[highlight]L’ultima moda è guardare al passato[/highlight]
La moda si sa è ciclica, e così torna prepotentemente e periodicamente alla ribalta, portando con sé i propri umori e le proprie invettive cariche di significato ibridandole nell’attualità. Accade anche con la moda dei Seventies, fatta di femminilità, emancipazione e lotte sociali.
Anni Settanta: il senso di questi vestiti
Per carpire a pieno il senso dei vestiti anni ’70 bisogna maneggiare termini quali lotta operaia, protesta collettiva, fermento sociale, emancipazione femminile, parità dei sessi, anti-conformismo e consumismo. Dalla tendenza hippy, tutta ‘peace&love’, si passa, attraverso la moda, alla figura di una donna ancora più emancipata, fiera di portare i pantaloni e in totale libertà di scoprire il proprio corpo. I pantaloni in stile seventies sono rigorosamente a zampa, con ampiezze davvero vertiginose e la vita molto alta. Alta anche la vita della minigonna, capo d’abbigliamento per antonomasia di questo periodo, assieme agli shorts, sullo stile di quelli indossati da Catherine Bach nella serie televisiva Hazzard.
In linea generale i capi di abbigliamento si arricchivano di stampe e colori molto vivaci, portandosi dietro dal decennio precedente diversi motivi geometrici o anche i fiori, di varie misure, da giganti a piccolissimi. E ancora linee intrecciate, deformate e tantissimo colore a impreziosire qualsiasi cosa, dalle gonne alle camicie, dai miniabiti ai vestiti, dai pantaloni ai foulard. Dalla seconda metà del decennio, la curve iniziano a raddrizzarsi e i disegni a diventare più squadrati: rettangoli, quadrati, greche, losanghe e linee diagonali. Questo fa sì che il cordone ombelicale con gli anni Sessanta venga nettamente reciso.
Elementi tipici anni Settanta
Tipicamente Settanta, e li ritroviamo anche oggi, sono gli occhiali da sole Aviator e Ray Ban, grandi e colorati, che andavano ben oltre il viso, con montature spesse.
Di questi anni sono le jumpsuit, ovvero le tute senza maniche in tessuti stretch di tonalità vive e cangianti. Ai piedi andavano per la maggiore gli stivali, anche perché sotto minigonne e shorts riuscivano a dare il meglio di loro (Armadillo), oppure gli zoccoli.
In testa tantissima roba, dai cappellini bon ton, piccoli e discreti, ai modelli oversize, senza dimenticare baschi e cuffiette di lana coloratissima. E poi bandana, foulard, fasce per capelli elasticizzate e il berretto classico da baseball.
Al collo bijoux caratterizzati da tre tendenze: i fiorinella nella prima parte del decennio (reminescenza del flower power degli anni ’60), le linee geometriche e dei riferimenti alla moda indiana. Collane lunghissime, bracciali, anelli e orecchini fatti in metallo a tanti fili che erano impreziositi dalla presenza di perline, ciondolini o fiorellini i plastica o metallo.
Pochi e sparuti, infine, i modelli di borse, che si riducono esclusivamente a delle tracolline, anche per uomo, e a dei modelli squadrati da portare sotto il braccio.
I Settanta che ritornano
E se volessimo vestirci oggi come negli anni Settanta? Cosa non dovrebbe proprio mancare nel nostro guardaroba?
Per la donna, la soluzione è portata di mano!
Sicuramente, visto l’arrivo di primavera ed estate, gli short in jeans, che potremo abbinare a una camicia molto colorata, anche a quadri, da portar infilata dentro o annodata all’ombelico.
Con questo look, i vostri piedi dovranno scegliere tra zoccoli, zeppe e tacchi cubici.
Per gli accessori, a completare il look, sicuramente dovremo avere degli occhiali molti grandi, oversize e colorati, dei gioielli molto lunghi o un cappello dalla visiera morbida. Per la borsa, è possibile farne a meno.
Oltre al guardaroba, dovremo porre attenzione anche a trucco e parrucco. Il primo aspetto si concentra sugli occhi, con molto colore e femminilità: ombretti colorati, mascara nero e eyeliner. Per i capelli, invece, spazio a volume e libertà con chiome fluenti e sciolte.
Per l’uomo, tornare a vestirsi anni Settanta, è un po’ più complicato, in quanto ci si può limitare a un pantalone a zampa con vita molto alta, ai Ray Ban e a una tracollina. Ma di certo, non sarebbe un gran bell’effetto!