“Quando c’era Berlinguer”, da oggi nelle sale il film di Walter Veltroni

[highlight]Accolto positivamente dalla critica, il documentario racconta la figura del leader del PCI con passione e nostalgia [/highlight]

Non solo cinema americano nel week-end. Se l’attesa per “Storia di una ladra di libri” è tanta, si può dire lo stesso anche per “Quando c’era Berlinguer”, il film documentario che segna il debutto alla regia di Walter Veltroni.

Distribuito da BiM, il film uscirà oggi nelle sale e sarà trasmesso poi da Sky a giugno, in concomitanza con il trentesimo anniversario della morte di Berlinguer.

Il trailer ufficiale

[quote]Ho voluto raccontare soprattutto i dieci anni che separano la magica notte del maggio ’74 in cui prevalsero i No nel referendum sul divorzio a quella sera in cui Berlinguer combatté con la morte sul palco del suo ultimo comizio. Due Italie diverse, separate dal rapimento e dalla uccisione di Moro[/quote]

Le parole del regista, Walter Veltroni, sintetizzano l’obiettivo di questo film, che va ben al di là del solito “i politici non sono più quelli di una volta” o del “quando c’era lui”. Supera la retorica di tutti i giorni e si sofferma sul significato che l’ex segretario del Pci ha avuto per l’Italia e per molti italiani. A partire proprio da lui, Veltroni. Il documentario, infatti, è una sorta di viaggio anche personale che ci permette di conoscere, attraverso gli occhi dell’autore, i passaggi cruciali della vita e della carriera di Berlinguer.

Dal raggiungimento del 34% di voti del Pci, l’unico partito comunista occidentale a toccare queste cifre, fino al giorno dei funerali in piazza San Giovanni.

Così conclude il film: con l’abbraccio di oltre un milione di persone a Berlinguer che coincide con la fine di un’epoca per la politica italiana. E’ questo anche il momento più toccante di un documentario che ha fatto commuovere anche Giorgio Napolitano (tra l’altro presente nel film) durante la prima del 21 marzo.

https://www.youtube.com/watch?v=9hat11alot8

In fondo, la commozione è d’obbligo quando finisce un’epoca e quando a salutarla non ci sono solo “compagni” e bandiere rosse ma anche esponenti di altri partiti come il segretario del Movimento Sociale Italiano, Giorgio Almirante.

Perché “Berlinguer era un po’ come quei campioni del calcio che giocano in una squadra, ma che sono apprezzati da tutti” e che, quando smettono di giocare, fanno sentire la loro mancanza.

Tuttavia, se la conclusione è il momento più commovente, l’inizio è quello più triste e fa pensare.

Chi era Berlinguer? E’ questa la domanda che, nel corso della prima scena, viene rivolta a dei ragazzi palesemente impreparati. Sono le loro risposte improvvisate (“Un commissario”,“un francese”,“non lo so”,“non l’ho mai studiato, è colpa del sistema scolastico”, a far capire subito allo spettatore come, a trent’anni di distanza, il ricordo del segretario del Pci si sia sfocato.

Anche per questo, il debutto alla regia di Veltroni potrebbe essere un’occasione importante per riavvicinarsi ad un passato che sembra lontanissimo. Capire finalmente perché nonni e genitori hanno così tanta nostalgia di quei “politici che andavano casa per casa” e che “parlavano con passione”.

Anche attraverso i ricordi di alcuni protagonisti dell’epoca, come il già citato Napolitano (a cui “andava bene la diversità del Pci di Berlinguer”) o Eugenio Scalfari, la cui intervista ad Enrico sulla questione morale è entrata nella storia tanto da diventare un “La questione morale. La storica intervista di Eugenio Scalfari”. E ancora, Benigni, Jovanotti, i figli di Berlinguer, Bianca e Marco, e tanti altri.

Un lavoro, quello di Veltroni, che ha colpito positivamente gran parte della critica, come dimostrano le parole di Andrea Scanzi su Il Fatto quotidiano:

[quote]Veltroni regista convince più del politico e firma un gioiello[/quote]

In attesa del film, ecco due clip estratte dal documentario e il ricordo di Roberto Benigni subito dopo aver appreso la notizia della morte di Berlinguer. Parole molto significative che possono già far intendere, anche ai più giovani, perché ad alcuni papà e ad alcuni nonni, “Quando c’era Berlinguer” farà inumidire gli occhi…

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