[highlight]Tra moralismo e sanzioni leggere, come hanno punito le autorità calcistiche gli striscioni irrispettosi delle tragedie e dei defunti negli ultimi anni?[/highlight]
La piaga degli “striscioni vergognosi” da anni perseguita il calcio italiano. La longevità di questo fenomeno è dovuta anche alle sanzioni della Giustizia Sportiva, spesso molto leggere e poco efficienti. Basta considerare solo alcuni dei tanti esempi che vedono protagonisti gli pseudo-tifosi. Spesso questi toccano le grandi tragedie che hanno sconvolto il nostro calcio.
Il “-39” dello striscione viola allo Juventus Stadium richiama alla mente la tragedia dell’Heysel del 29 maggio 1985, in cui rimasero uccise 39 persone, quasi tutte di fede bianconera. Quasi, appunto. Almeno due, Marco Ronchi e Tarcisio Salvi erano interisti. E proprio alcuni sostenitori nerazzurri, durante Inter-Juventus del 30 ottobre 2011, esposero uno striscione che recitava: “Acciaio scadente, nostalgia dell’Hysel”. Probabilmente gli autori di questo orrore non sapevano che su quella balaustra, quella sera, non c’erano solo tifosi della Juve, ma soprattutto sportivi che volevano godersi uno spettacolo sportivo e nulla più.
Nella stessa partita non mancarono altri versi poco rispettosi. “Agnelli, crepa” e “Facchetti non parla più” (l’ex presidente interista era scomparso da circa 5 anni), sono solo due degli esempi che ci fanno capire bene l’atmosfera che si respirava a San Siro, da una parte e dall’altra.
Per chi si chiedesse: e le sanzioni? Ventimila euro di ammenda al club lombardo e diecimila a quello piemontese.
E come non ricordare il derby di Torino andato in scena il 24 febbraio scorso ed i conseguenti striscioni sbucati dagli spalti bianconeri (“Quando volo, penso al Toro” e “Solo uno schianto”) utili solo a gettare fango su di una tragedia, quella di Superga, che nonostante il tempo rievoca ancora dolore non solo ai familiari delle vittime ma a tutti gli sportivi italiani.
Ebbene, anche in questo caso le pene inflitte da chi dovrebbe estirpare questo malcostume non sono sembrate adeguate ai fatti: sono stati inflitti tre Daspo ed è stata combinata alla Juventus una multa di 25mila euro.
Con buona pace di chi si attendeva una risposta forte contro queste frange e delle lacrime di Sandro Mazzola.