[highlight]A tre giorni dalla conclusione, è dominio assoluto dei padroni di casa, seguiti dagli atleti del paese confinante, autori di una protesta pacifica. Delusione Italia[/highlight]
Domenica 16 marzo si concluderà l’XI edizione dei Giochi Paralimpici. Ad oggi il medagliere conferma il dominio netto della Russia, arrivata a quota 50 nella giornata di ieri grazie al sedicenne Bugaev e ad Alyabyev (rispettivamente oro e bronzo nello slalom categoria standing).
Il bilancio dei padroni di casa è invidiabile: 18 medaglie d’oro, 18 d’argento e 14 di bronzo. Dietro i russi, la Germania con solo 7 medaglie, 6 delle quali d’oro e 1 d’argento. La nazione più premiata, dopo la Russia, è però l’Ucraina. I 14 podi gialloblu sono stati anche quelli più toccanti, in virtù della situazione politica che si vive da mesi nel paese e della perenne tensione tra Russia e Ucraina.
Tensione palpabile già durante la cerimonia d’apertura, quando in rappresentanza degli atleti ucraini ha sfilato solo il portabandiera; anche il momento della premiazione è stata un’occasione per mettere in atto una protesta, seppure pacifica. Seguendo l’esempio di Iuliia Batenkova, molti hanno deciso di coprire la medaglia durante la premiazione. Altri atleti, invece, come Olena Iurkovska, hanno dedicato il loro risultato “all’indipendenza del paese”.
Molto toccanti le immagini che ritraggono atleti ucraini e russi stretti in abbracci sinceri, uniti dal podio e dallo sport.
I governi di Gran Bretagna e Usa, alla vigilia dei Giochi, avevano annunciato che non avrebbero inviato delegazioni politiche a Sochi, limitandosi a sostenere a distanza i propri atleti che, finora, hanno ricevuto rispettivamente quattro e otto medaglie.
E l’Italia? Una disfatta totale, e una clamorosa delusione. Zero medaglie e tante, tante lacrime.
Per fortuna, si può sempre rimediare, già a partire da oggi. Le speranza di vittoria sono riposte in Daldoss e Nicolò Maria Orsini, che avranno l’occasione di sbloccare il medagliere azzurro nello sci alpino.