[highlight]Stasera l’andata degli ottavi di Europa League. Conte: “Loro agguerriti perché in campionato hanno poco da dire”. Montella: “Juve più forte? Sarà più bello batterli”. Atto secondo di una rivalità antica come il calcio[/highlight]
Archiviato il capitolo campionato, Juventus e Fiorentina si ritroveranno a darsi battaglia in Europa League in un super derby tutto italiano. Il passaggio del turno è obiettivo fondamentale che ambedue le compagini contano di centrare a danno di una storica rivale. Proviamo allora a riavvolgere il nastro, e ripartire da quello che potremmo definire il punto zero di una “guerra sportiva” che riporta alla memoria immagini in “bianco e nero” e di partite “raccontate alla radio”.
Firenze, un…dici nulla?
Ottobre del 1928, la giovane Fiorentina affronta la già quotata Juventus, ma lo fa con una squadra di dilettanti. La “Vecchia Signora” non ha pietà e affonda colpo su colpo fino ad infliggere un umiliante 11-0. Il giorno dopo i giornali piementosi titolano beffardi “Firenze, un…dici nulla?” nel più tipico degli idiomi toscani. Un vero e proprio oltraggio, questo, che i fiorentini non hanno più dimenticato.
La vendetta viola
L’anno del riscatto per la Fiorentina è il 1956: Fulvio Bernandini guida i suoi ragazzi alla conquista del primo scudetto della storia del club. Un successo che spezza l’egemonia dell’asse Torino-Milano e riporta il titolo oltre il Po. Un primato viola che dura poco: nel 1957-58 la Juve è campione d’Italia.
L’assist dei nemici
Juventus-Fiorentina è la storia di due città, due culture, due modi di vedere il calcio. Eppure c’è stato un momento, stagione 1968-69, che il destino dell’una si è legato all’altra. La Juve, fuori dai giochi per il tricolore, riesce nell’impresa di andare a espugnare il campo della capolista Cagliari. La Fiorentina, approfittando del passo falso dei sardi, effettua il sorpasso in vetta e chiude il campionato andando a vincere il suo secondo titolo proprio a Torino.
Gli anni Ottanta e… Roberto Baggio
[quote]Mi ricordo ancora la scena: quando Baggio passò dalla Fiorentina alla Juventus, in conferenza stampa, davanti ai giornalisti gli misero al collo la sciarpa bianconera e lui la gettò via. Io dissi che era come se avessero strappato un figlio alla madre[/quote]
Le parole di Antonio Caliendo, ex procuratore di Roberto Baggio, spiegano già tanto. Dopo un decennio di quasi letargo, la rivalità tra Fiorentina e Juventus si accende con maggior vigore negli anni Ottanta e si reincarna nella classe del “Divin Codino”. Quando Baggio passa alla corte degli Agnelli per 25 miliardi, si scatena quasi una rivoluzione. Il presidente Pontello non cede però alle pressioni della piazza e conferma il trasferimento del “10” all’ombra della Mole. Baggio parte controvoglia e dimostra la sua fedeltà alla prima occasione utile. Nel big match del 7 aprile 1991, i bianconeri guadagnano un calcio di rigore. Il rigorista designato è proprio il “Divin Codino” che però si rifiuta di andare dal dischetto. Lo sostituisce De Agostini che incredibilmente sbaglia. All’uscita dal rettangolo di gioco, Baggio è osannato dal popolo fiorentino; dagli spalti piovono sciarpe: lui ne raccoglie una e saluta la sua gente. Una scena degna di un grande film..
L’Europa bianconera
A cavallo tra anni Ottanta e Novanta risale l’ultimo precedente europeo tra le due squadre. Ancora una volta a trionfare è la Juve che, il 2 maggio 1990, batte 3-1 la Fiorentina a Torino nella finale d’andata di Coppa Uefa. Nel return match, giocato ad Avellino (il Franchi era indisponibile e la scelta della città campana non piacque ai tifosi viola a causa della forte rivalità con i tifosi avellinesi), lo 0-0 non basta e i bianconeri si aggiudicano la coppa.
Tempi moderni
Nella stagione 1998-99 risale il successo recente più importante della Fiorentina. Il gol di Batistuta e il gesto della mitragliatrice è l’immagine indelebile che vive ancora oggi nei ricordi di chi ama questo sport.
Tutto il resto è storia recente ma con un finale, a cominciare da stasera, ancora tutto da scrivere