Da Letta a Renzi. Trova le differenze

[highlight]La nascita del Governo Renzi continua sulla scia delle larghe intese che avevano sostenuto Letta[/highlight]

Il giuramento di Matteo Renzi ha dato il via al nuovo governo che in questo momento sta affrontando la prova di fiducia al Senato, mentre domani sarà alla Camera. Il più giovane Primo Ministro incaricato della storia d’Italia aveva già tweettato la sua decisa dichiarazione d’intenti.

 

Siamo all’inizio di una nuova fase della crisi italiana iniziata con le dimissioni del Governo Berlusconi del 16 novembre 2011, il rifiuto di Napolitano di indire nuove elezioni e la nascita del Governo Tecnico a guida Monti.

Con le successive elezioni del 2013, la Legge Calderoli e l’instabilità partitica hanno prodotto le condizioni che hanno portato alla nascita delle “larghe intese”. Il 28 aprile 2013 inizia l’esperienza del Governo Letta, che, dopo quasi un anno di tormenti, è naufragato con la sfiducia del direttivo del Pd e l’ascesa di Matteo Renzi.

Con la nomina dei Ministri Renzi continua con la strada delle larghe intese e le stesse forze di maggioranza che avevano sostenuto Letta.

Cosa cambia quindi con il nuovo Governo? Perché non era più Letta l’uomo giusto per far ripartire la crescita?

Nelle critiche dure al Governo Letta, il segretario del PD aveva detto:

[quote]Abbondano i ministri delle riforme, ma scarseggiano i risultati. O il Pd riesce a realizzare le riforme, o saremo spazzati via e tutti ci addebiteranno la colpa del fallimento[/quote].

Sembra quindi essere la spinta alle riforme la causa principale dell’accelerata di Renzi, quelle riforme che dovevano essere il primo obiettivo dell’allora nascente esecutivo Letta, che prima di ricevere l’incarico aveva tweetato

 

Ripercorrendo questi ultimi mesi, risulta evidente che il sessantaduesimo Governo della Repubblica Italiana non fosse nato sotto una buona stella. Infatti, mentre nasceva l’esecutivo guidato da Enrico Letta, all’esterno di Palazzo Chigi Luigi Preiti sparava a due carabinieri, nel “tentativo di colpire i politici”.

Nel giorno del giuramento, il nuovo Primo Ministro dichiarava i suoi intenti:

[quote] Questo è un governo di servizio al Paese. Non ho intenzione di vivacchiare a tutti i costi. Non possiamo ripetere i fallimenti del passato. Abbiamo alle spalle una serie di tentativi naufragati sul tema delle riforme. Stavolta non ce lo possiamo permettere. [/quote]

In nove mesi e mezzo il suo esecutivo più che vivacchiare ha cercato di sopravvivere tra polemiche, instabilità e crisi. Letta aveva fissato l’obiettivo dei 18 mesi, ma non è riuscito ad avviare nessun percorso parlamentare per l’approvazione delle prefissate riforme costituzionali. Nel programma di governo si andava dalla soppressione dello stipendio dei ministri allo stop al pagamento dell’Imu sulla prima casa, dal forte impegno per il superamento dell’emergenza lavoro all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Provvedimenti tutti abbozzati e non perseguiti pienamente a causa della eterogeneità della maggioranza.

Sullo sfondo tante polemiche e scandali, come quello che ha coinvolto il Ministro Cancellieri e il suo intervento nella scarcerazione di Giulia Ligresti, il caso Shalabayeva e le polemiche sul Ministro degli Interni Alfano, fino a quelli delle dimissionarie Josefa Idem, Ministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili, per irregolarità fiscali e Nunzia De Girolamo, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, a causa di un suo presunto coinvolgimento nello scandalo appalti e nomine dell’Asl di Benevento.

Infine, la mancata approvazione della Legge elettorale che è stata forse una delle sconfitte più grandi di Letta, incapace di imporre una linea al suo fin troppo debole governo e ingabbiato nelle classiche divisioni di partito figlie di quella Prima repubblica che il nostro Paese fatica ancora a lasciarsi alle spalle.

Partendo dalla stessa maggioranza e con una squadra di governo per metà ereditata dall’esecutivo Letta, riuscirà Renzi nella sua difficile scommessa?

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