[highlight]Allarme per la salute dei consumatori: alcuni tipi di scontrino conterrebbero tracce di sostanze chimiche dannose per l’organismo[/highlight]
Nella carta di scontrini fiscali, ma anche di quelli rilasciati dalle bilance elettroniche e dai pos per carte di credito, oltre alla carta per i fax e a quella di alcuni tipi di ricevute fiscali e dei biglietti aerei, sono contenute sostanze chimiche che, stando ad alcune ricerche, sarebbero pericolose per l'organismo umano.
Essi contengono infatti il Bisfenolo A (BPA), ben noto come sostanza dannosa per la salute. Si tratta di un componente utilizzato soprattutto per la produzione di materie plastiche per imballaggi e contenitori alimentari, che può essere impiegato anche per il rivestimento interno di contenitori di latta, comprese le borracce e i biberon. Fino ad alcuni anni fa, l'Europa consentiva queste produzioni, fino almeno alla direttiva 2011/8/UE, che proibisce l’impiego del BPA per la produzione di biberon in policarbonato per l’infanzia - mentre invece l’uso del BPA nei materiali a contatto con gli alimenti è autorizzato sia in ambito europeo (ai sensi del regolamento 10/2011/UE), sia in altri Paesi come gli Stati Uniti e il Giappone.
Il Bisfenolo A è inoltre tra i 12 peggiori interferenti endocrini. Questa sostanza è in grado di imitare il funzionamento degli ormoni estrogeni nel nostro organismo. Si tratta di un vero e proprio ormone sintetico, che può essere però scambiato dal nostro corpo per una sostanza naturale.
Per riconoscere gli scontrini che presentano tracce di BPA è sufficiente guardare con attenzione il tipo di carta, perché è lucida o semi-lucida da un lato. Il motivo di tale caratteristica è dato dal fatto che la parte lucida è coperta da un colorante e da un agente di reazione che fa cambiare colore al foglio nei punti in cui viene riscaldato, imprimendo testi o numeri. È questa la ragione dell’utilizzo in questo tipo di dispositivi, come i registratori di cassa e alcune calcolatrici con rullo, che non utilizzano una stampante a inchiostro ma una testina termica: in poche parole, l’"inchiostro" è già nella carta e compare se sottoposto a sollecitazioni. La peculiarità della composizione è quindi la causa della loro tendenza allo “scolorimento” col passare del tempo, o se esposti al sole oppure a fonti omogenee di calore.
Questi oggetti cartacei non devono essere tenuti a contatto, se non per breve tempo, con la nostra pelle.
L’allarme è stato lanciato per la prima volta nel 2010 dal chimico dell’ambiente Tomas Oestberg dell’Istituto Jegrelius per la chimica verde che ha sede in Svezia, che ha rivelato che la concentrazione di questo elemento negli scontrini fiscali è pari all’1,5%: un migliaio di volte maggiore che nei biberon al policarbonato messi fuori legge in molti Stati. Inoltre, il BPA si scioglie e può depositarsi in loco. Se teniamo scontrini (o ricevute di altro tipo) a lungo nel portafogli o vaganti e accartocciati in pochette e bauletti, “infetteremo” le banconote e il contenuto della borsa. Per tale motivo è sconsigliato anche qualsiasi tipo di riuso creativo o artistico di questa categoria di carta.
Se è bene ricordare che l’emissione di scontrino fiscale è un atto obbligatorio cui non si può rinunciare, d’altro canto è importante rilevare che in altre nazioni, come per l’appunto la Svezia, alcune catene di distribuzione hanno sostituito da tempo la carta termica contenente BPA con una tipologia senza Bisfenolo.
La soluzione quindi esiste però è più costosa. Il problema è, come spesso avviene, che si preferisce sempre l’alternativa più economica a danno della salute.