[highlight]L’autonomia degli smartphone resta ancora un problema irrisolto per molti produttori, ecco qualche consiglio per ridurre al minimo i tempi di ricarica[/highlight]
Non sembrano esserci dubbi sul fatto che gli smartphone di ultima generazione abbiano contribuito a rivoluzionare il modo di utilizzare i dispositivi portatili da parete degli utenti. Sono, infatti, sempre maggiori le funzionalità che riescono ad entrare nel palmo della propria mano (non è un caso che i primi dispositivi portatili intelligenti venissero chiamati "palmari").
Eppure, se alcune branche del settore tecnologico corrono ad una velocità a dir poco impressionante, come quella relativo alla realizzazione di display con risoluzioni sempre maggiori o quella dei processori dotati di maggiore capacità di calcolo, lo stesso non si può dire di altre, come ad esempio quella legata alla produzione di batterie. Le maggiori dimensioni dei display dei dispositivi, unita ad un ossessiva riduzione dello spessore ed evidenti limiti di natura "fisica", fanno quello dell'autonomia degli smartphone il vero "tallone d'Achille" di questa categoria di prodotti.
A pagarne maggiormente le conseguenze sono, dunque, gli utenti di quei dispositivi, come l'iPhone di Apple oppure l'HTC One, che non sono dotati di batterie estraibili. Una scelta legata essenzialmente a ragioni di estetica che colossi del calibro di Samsung non sembrano voler condividere (e probabilmente è giusto che sia così). Diventa, così, essenziale riuscire a ricaricare il proprio smartphone nel minor tempo possibile, soprattutto se già a metà giornata il segnale della batteria diventa inesorabilmente "rosso".
Corrente o USB? Per ridurre al minimo i tempi di ricarica, il primo consiglio è quello relativo al collegamento del dispositivo ad una presa della corrente. Per quanto possa sembrare un consiglio ovvio, è giusto ricordare che la ricarica attraverso una presa USB risulta essere decisamente più lenta e, dunque, dev'essere considerata come una scelta obbligata (ovviamente se si necessita di una maggiore autonomia in tempi brevi).
Spegnimento e modalità aereo. Un altro elemento che incide in maniera considerevole sulla velocità di ricarica è lo spegnimento del dispositivo o, in alternativa, l'attivazione della modalità aereo. Ovviamente, meno si utilizza lo smartphone quando questo è sotto carica e meglio è in termini di autonomia, ma quando ad esempio è necessario che il telefono rimanga acceso perché si attende una telefonata importante, è sufficiente disabilitare momentaneamente il traffico dati attraverso le impostazioni.
Ricaricare in un luogo fresco. Forse non tutti sanno, poi, che i telefoni cellulari (ma in generale ogni dispositivo dotato di batteria), incrementano o riducono la propria autonoma - e quindi anche la velocità di ricarica - anche in base alla temperatura esterna. Per una ricarica ottimale, dunque, è preferibile tenere il dispositivo lontano da fonti di calore dirette ed in ogni caso rimanere in ambienti con una temperatura compresa tra gli 0° ed i 35°.
Manutenzione della batteria. Infine, per ottimizzare le prestazioni della batteria, produttori come Apple ed HTC consigliano di realizzare almeno una volta in un mese un ciclo di ricarica completo, ossia di caricare fino al 100% la batteria e lasciarla scaricare fino allo spegnimento del telefono.