[highlight]Secondo la Cisl in Italia ci sono 159 vertenze aperte e 120.000 lavoratori coinvolti[/highlight]
Altro che luce in fondo al tunnel. La crisi in Italia c’è ancora e si fa sentire fortissima. Stando ai calcoli dell’Osservatorio Cisl, all’inizio del 2014 le vertenze ancora aperte al ministero dello Sviluppo Economico sono 159 e interessano circa 120.000 lavoratori.
Non solo: gli esuberi sono circa il 15% degli occupati complessivi delle imprese coinvolte, e 18 delle aziende per le quali il ministero ha aperto un dossier hanno dichiarato la cessione di attività (2.300 i lavoratori coinvolti).
Tutto questo nonostante l’attività di sindacati e Ministero: come sottolinea la Cisl, nello scorso anno sono stati firmati 62 accordi, che hanno evitato circa 12.000 licenziamenti.
Tra i tavoli di crisi che da gennaio 2014 vedranno impegnati il Ministero dello Sviluppo Economico e i sindacati, spiega ancora la Cisl, vi sono aziende di grande rilievo e marchi storici per il Paese, in tutti i settori produttivi: dall’elettronica di Alcatel e Italtel alle ceramiche di Ideal Standard; dal tessile di ITi Erre alle energie rinnovabili di Marcegaglia (stabilimento di Taranto).
Ecco un elenco delle principali vertenze in corso secondo l’Osservatorio Cisl:
Ilva. In attesa dell’applicazione dell’Aia e del piano industriale, mentre sono in contratto di solidarietà 1.700 lavoratori.
Alcoa. La società dell’alluminio è condizionata dalla verifica del piano industriale per la vendita alla società Klesh. L’attività produttiva è ferma da due anni circa e i 490 lavoratori sono in cassa integrazione dal 22 dicembre scorso e fino al 31 dicembre 2014. A fine gennaio è fissato un incontro con i sindacati al Mise.
Lucchini. Il siderurgico, passato alla Severstal, ha 4.500 lavoratori in vari stabilimenti (il principale è a Piombino con i dipendenti con contratti di solidarietà fino a febbraio 2014). A Trieste, dove è in corso una trattativa per l’affitto del ramo di attività, 485 persone rischiano la cassa integrazione da gennaio. Questo mese dovrebbe tenersi un incontro al Mise.
Ast di Terni. Ha 2.850 dipendenti a rotazione in cassa integrazione a seconda dell’andamento del mercato. Deve ancora arrivare l’approvazione Ue al passaggio a Thyssenkrupp (che ha riacquistato da Outokumpu).
Electrolux. 500 gli esuberi annunciati che si aggiungono ai 1.000 che derivano da precedenti accordi, affrontati con contratti di solidarietà. È stata avviata una investigazione su tutti gli stabilimenti italiani (4.000 gli occupati) per verificare la sostenibilità della produzione. Il governo ha convocato l’azienda e le regioni interessate per il 24 gennaio.
Jp. Parte della ex Merloni, è bloccata in una complicata situazione giudiziaria: il Tribunale di Ancona ha annullato un ricorso presentato dalle banche sulla vendita.
Acciaierie di Belluno. È in amministrazione controllata. Rischiano il posto 600 persone, in parte in cassa integrazione.
Italtel. Ha 1.300 dipendenti circa in tutta Italia ma la maggioranza è nello stabilimento di Castelletto; 330 gli esuberi annunciati.
Alcatel. Circa 2.000 addetti e 585 esuberi dichiarati. Annunciato il trasferimento negli Usa delle attività di ricerca e sviluppo svolte da 350 addetti a Vimercate. Il 17 gennaio è previsto un incontro al Mise.
Micron. Ha annunciato 2-300 esuberi su 700 lavoratori di Catania e Agrate.
Ansaldo Breda. Ha forti perdite di bilancio e a rischio sono oltre 2.000 addetti dei quattro stabilimenti di Pistoia, Pomigliano, Reggio Calabria e Palermo (questi ultimi in cassa integrazione).
Irisbus. Ha chiuso l’attività nel 2011 e ha ottenuto una proroga fino al 30 giugno 2014 della cassa integrazione in deroga per 400 lavoratori; è in corso una trattativa al Mise, con un operatore economico nazionale in collaborazione con un gruppo estero. Previsto un incontro a gennaio.
Fiat Termini Imerese. La Fiat ha chiuso l’attività nello stabilimento nel 2011 e fino al 30 giugno 2014 i circa mille lavoratori avranno la Cig in deroga; i sindacati sono in attesa di un incontro al Mise a gennaio.
Fiat. Ha utilizzato la cig in tutti gli stabilimenti ad eccezione di Maserati Modena; la cassa scade il 31 gennaio a Cassino, il 23 febbraio a Mirafiori presse e il 31 marzo a Pomigliano.
Marcegaglia Buildtech di Taranto. Dal 2011 è impegnata nella costruzione di pannelli fotovoltaici, settore in profonda crisi. La proprietà ha annunciato la cessazione dell’attività. La cassa integrazione è stata prorogata per i 132 lavoratori.