[highlight]È quanto emerge da una rilevazione compiuta da PeaceLink nella giornata del 19 dicembre in un quartiere della città pugliese[/highlight]
In una lettera inviata ai consiglieri comunali della Città di Taranto, Alessandro Marescotti, presidente dell’Associazione PeaceLink, ha riportato i dati relativi alla concentrazione nell’aria di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), frutto di combustione e potenzialmente cancerogeni, prodotti – in concentrazioni differenti – dalle industrie, dalle auto, dai caminetti.
Anche le sigarette producono questi idrocarburi, fino a raggiungere anche picchi di 4000 nanogrammi a metro cubo se inalati direttamente dal fumatore. Se inalati a distanza, il cosiddetto fumo passivo, scendono invece a circa 40 ng/m3.
L’analisi di PeaceLink, realizzata mediante la stessa tecnologia usata dall’Arpa (Ecochem Pas 2000) e’ relativa ai dati raccolti il 19 dicembre scorso, nella zona Bestat, distante circa 3 chilometri dall‘Ilva, in quelle ore visibilmente ricoperta da una cappa di smog.
Il risultato che è decisamente preoccupante; è emerso, infatti, che in quella giornata ogni cittadino tarantino, bambini compresi, hanno respirato aria che conteneva una concentrazione media di Ipa di 80 nanogrammi a metro cubo.
Per spiegare la gravità della situazione, e renderla più chiara ai più, Marescotti ha comparato il dato con il fumo di sigaretta.
[quote]L’altroieri ogni minuto di respirazione equivaleva a 2 minuti di fumo passivo in un’aula scolastica. Ogni 50 minuti di respirazione di quella concentrazione di Ipa equivalevano a 1 minuto di respirazione della concentrazione di Ipa prodotta direttamente da una sigaretta. Questo significa che ogni bambino durante la giornata dell’altroieri ha respirato Ipa equivalenti a 28 minuti di sigaretta diluiti nell’arco delle 24 ore[/quote]
Una concentrazione di Ipa così elevata, soprattutto nei bambini, può avere degli effetti deleteri sull’apparato respiratorio. E non si può sempre amputarli ad uno stile di vita poco sano.