[highlight]Dallo scorso 21 ottobre è attivo su Facebook il gruppo “SOS amici…aiutiamoci tra noi”[/highlight]
Una comunità di mutuo soccorso. È l’idea di Sergio Colella, noto PR napoletano, che ha deciso di utilizzare la sua innata capacità di coinvolgimento per dar vita ad una sorta di banca del tempo e delle competenze, dove chiunque possa lanciare, speranzoso, il proprio sos.
In poche settimane il gruppo ha raggiunto dodicimila iscritti: moltissimi i post, migliaia le richieste di aiuto che – e questa è la forza dell’iniziativa – non vengono mai ignorate. E se proprio non è possibile risolvere il problema, non mancano parole di conforto e di sostegno.
Sergio ha acconsentito a rilasciarci un’intervista.
Il gruppo ha registrato un successo al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Ma qual è il bisogno primario a cui crede abbia dato risposta?
Quando è stato creato il gruppo, lungi da me pensare ad un numero così alto di partecipanti. Sicuramente le aspettative non volevano essere numeriche, perché il nostro scopo primario è di offrire solidarietà e soprattutto compartecipazione ai problemi che vengono esposti. Aiutare è la parola d’ ordine.
Ormai, per lei, si tratta di un impegno assimilabile a una seconda attività: riesce ad essere sempre presente in ogni discussione, interviene prontamente per calmierare le discussioni e, spesso, per raddrizzare il tiro. Come è cambiata la sua vita da quando gestisce SOS?
Devo essere sincero: è sì una seconda attività, per l’ impegno a rispondere e a leggere gli interventi, ma fatta a carattere completamente gratuito. Ma la soddisfazione di vedere tante persone che partecipano, rispondono e aiutano non ha prezzo. Di certo, è fondamentale l’aiuto di mia moglie, che non ha un lavoro ed è sempre presente su Fb. Senza di lei, il gruppo non avrebbe un buon moderatore.
Più i numeri crescono e più è difficile stare dietro a tutti i post. In percentuale, quante sono le richieste inopportune e/o inadeguate che riceve?
Centinaia. A volte, poi, ci sono anche certi “furbetti” che vogliono fare gratuitamente pubblicità alla propria attività.
Quanti i casi risolti?
Certamente più di mille.
Quale la storia che l’ha colpita di più?
Tra le tante mi vengono in mente le richieste di lavoro, specialmente quelle scritte da padri di famiglia licenziati su due piedi. O quella di una giovane donna dell’Italia centrale, che cercava un alloggio a Genova per una coppia di parenti, costretti a recarsi all’Ospedale Gaslini per far curare il proprio bambino.
Il fenomeno sta dunque dilagando, estendendosi ad altre regioni. Ha messo in conto di avvalersi di collaboratori?
Al momento no. Al momento ho solo proposto ad un mio giovane amico informatico di creare un’App, sempre scaricabile in maniera gratuita, per garantire l’utilizzo del gruppo anche da smartphone, organizzando le discussioni per argomenti e assicurando maggiore fluidità sia alle ricerche che alla lettura dei post. In questo modo, permetteremo a tutti di leggere e rispondere in maniera più incisiva e immediata.
Gruppo di ascolto, portale immobiliare, vetrina umana e commerciale. Qual è il suo prossimo obiettivo? Che futuro prevede per SOS…?
Lo scrivo anche nelle note su Facebook: Sos amici deve essere un “bric-à-brac” del nuovo millennio. Con l’obiettivo, e la speranza, che la maggior parte degli appelli trovi soluzione.