[highlight]Dopo un anno, il capoluogo campano è riuscito a fare ancora peggio. E non si può incolpare chi ha prodotto quella classifica[/highlight]
Napoli non si smentisce mai, anzi, riesce sempre a superare se stessa, e non importa se lo fa solo in senso negativo. Arrivata penultima l’anno scorso nella classifica elaborata da “Il Sole 24 Ore” sulla qualità della vita, quest’anno si è piazzata ultima, segno che le cose non sono certo migliorate. La rivoluzione promessa dallo “scassatore” Luigi De Magistris tarda ad arrivare, e a questo punto è lecito pensare che non si concretizzerà mai. L’anno scorso un indignato Erri De Luca si scagliò contro questa classifica, giudicando i criteri di valutazione non adeguati allo scopo, e sottolineando i punti di forza di una città come Napoli. La vita notturna, la pizza a prezzi contenuti, le bellezze paesaggistiche e architettoniche, il golfo, Capri, Sorrento. Insomma, la Napoli da cartolina che tutti decantano ma che nessuno ha visto mai.
Si, perché Napoli sarà anche una città potenzialmente bellissima, ma di quel potenziale quotidianamente non se ne vede nemmeno un po’.
Una città sporca, disorganizzata, dove se riesci ad attraversare Via Marina in auto senza rompere le sospensioni devi votarti a qualche santo, uno a caso. Dove i cantieri della metropolitana non finiscono mai e, una volta aperte le stazioni, si scopre che l’ascensore non funziona. Una città dove le piste ciclabili sono un segnale dipinto con la vernice bianca sui marciapiedi; dove se attraversi uno degli accessi alla città, Porta Nolana, ti ritrovi a passeggiare tra puttane, bancarelle, auto parcheggiate in una zona pedonale, tossici e ubriaconi accasciati sulle panchine, manifesti abusivi affissi sulle pareti di quello che in ogni città del mondo sarebbe considerato un monumento, ratti morti e vivi che, in barba ai luoghi comuni, non si limitano a camminare lungo le pareti dei palazzi. Evidentemente, anche loro sono orgogliosi della città nella quale vivono e camminano senza vergogna o paura.
Napoli è una città nella quale prendere i mezzi è un lusso, soprattutto quando piove. Perché anche a Napoli piove, non è la città del sole tutto l’anno. E bastano due gocce per bloccare un’intera città, senza contare che se vuoi prendere la metropolitana nei giorni di maltempo devi dotarti di pinne e boccaglio, perché l’unica possibilità che ti rimane è quella di andare a nuoto. Se sei un turista e arrivi a Piazza Garibaldi, la prima cosa che vedi è una massa indistinta di barboni e indigenti che allegramente occupano il marciapiede, non certo un Pulcinella con il mandolino in mano.
Se poi decidi di fare shopping sul cosiddetto “rettifilo”, ovvero il Corso Umberto I, devi fare lo slalom tra bancarelle, venditori di calzini che ti inseguono come degli stalker, motorini parcheggiati o in transito, e riuscire a fermarsi ad ammirare una vetrina diventa la cosa più difficile del mondo. Mentre a Londra c’è addirittura un regolamento che impone ai turisti di occupare il lato del marciapiede vicino alle vetrine, per favorire lo shopping e consentire a chi deve muoversi per recarsi a lavoro di non essere intralciato dai visitatori.
Se si vuole godere della bellezza di Napoli, bisogna guardarla dall’alto. Da molto in alto. Dispiace per Erri De Luca, ma non c’è niente per cui sentirsi offesi in questa classifica.
Anzi, l’ultimo posto è fin troppo generoso.