Ecco Sweetie, la bambina virtuale trappola per i pedofili

[highlight]La piccola Sweetie stana i pedofili e tira nella rete oltre 20mila predatori[/highlight]


Si chiama «Sweetie», ed è una bambina virtuale creata come esca nel mondo on line, per verificare quanto e come gli adulti si avvicinino ai piccoli grazie al web.

L’esperimento è stato condotto da Terre des Hommes, associazione olandese per i diritti umani, che ha consegnato alla polizia i dati delle persone identificate: nella rete sono finite oltre 20mila persone in meno due mesi e mezzo. Si tratta nella maggior parte di adulti che contattavano “Sweetie” e si dicevano disposti a pagarla in cambio di atti sessuali dinanzi alla webcam.

Il presidente di Terre des Hommes, Raffaele K. Salinari, dice:

[quote]Quella di oggi è la dimostrazione di come pedofili e sfruttatori di bambini possano agire indisturbati nella rete, ma anche di come sia facile rintracciarli.[/quote]

I ricercatori hanno creato Sweetie con una tecnologia innovativa: la bambina, presente in varie chat pubbliche,  è stata abbordata da migliaia di utenti e in molti le hanno chiesto delle prestazioni sessuali online. I ricercatori sono riusciti a raccogliere informazioni su quegli uomini grazie ai social network.

L’organizzazione per i diritti dei bambini ha subito dato l’allarme riguardo il “turismo sessuale” tramite webcam, la cosiddetta WCST (Webcam Child Sex Tourism), una nuova forma di sfruttamento minorile che si sta diffondendo a macchia d’olio ed è l’emblema delle due forme di sfruttamento sessuale infantile: la pedopornografia e la prostituzione infantile.

Nelle Filippine sono certificati decine di migliaia di bambini-vittime e si pensa che tutto ciò abbia luogo anche in tanti altri Paesi, soprattutto nel Sud Est Asiatico, dove esiste già una potente infrastruttura criminale basata sullo sfruttamento dei bambini e sul traffico di persone.

Le vittime nelle Filippine hanno riferito che, sempre su richiesta del “cacciatore”, posano nudi, mostrano parti del corpo intime, si masturbano e talvolta praticano sesso con altri.

TdH ha lanciato una petizione internazionale per fare pressione sui governi, affinché mettano in atto politiche investigative specifiche per arginare  questo tipo di abuso sessuale, che diventa ogni giorno più frequente.

Nonostante sia proibito nella maggior parte dei Paesi, il Wcts ha portato in cella solo sei pedofili negli ultimi anno. Il responsabile della campagna di Terre des Hommes Olanda, Hans Guyt, spiega:
[quote]Non è un problema di mancanza di leggi. Le Nazioni Unite hanno stilato delle norme che sottolineano l’ illegalità di questo tipo di violenza sui bambini quasi in ogni parte del mondo. Ma il problema maggiore è che la polizia non interviene fino a quando le vittime non sporgono denuncia. Com’è noto, i bambini non riescono quasi mai a denunciare questo tipo di crimini, perché di solito provengono da famiglie molto povere e vengono costretti dagli adulti a prostituirsi online. Spesso dovrebbero testimoniare contro la loro stessa famiglia, cosa quasi mai possibile.[/quote]

Terre des Hommes ha portato avanti altri studi, che mostrano gli effetti distruttivi di questi abusi sulla psiche dei bambini, che presentano sintomi come stress post-traumatico, mancanza d’autostima, depressione, vergogna di se stessi e sensi di colpa per ciò che sono costretti a fare. Spesso, poi, si verificano anche comportamenti autodistruttivi, e sempre con più frequenza le vittime si catapultano nel mondo delle droghe o del alcool per rilassarsi e trovare l’uscita più rapida dai propri problemi.

Il numero di bambini sfruttati attraverso le webcam sembra essere destinato ad accrescersi e Terre des Hommes, citando i dati di Onu e FBI, ricorda che a ogni ora del giorno ci sono almeno 750mila “cacciatori di bambini” connessi on line.

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