[highlight]Dalle prime indagini risulta che Paolini pagava i ragazzini per avere rapporti con lui. Tre le vittime riconosciute[/highlight]
Non ha mai nascosto la rigidità con cui è stato cresciuto da suo padre, più volte ha raccontato la triste vicenda delle violenze che subì all’età di quindici anni da parte di un prete. Si era fatto promotore di messaggi anti-pedofilia. Eppure, Gabriele Paolini, il famoso “disturbatore” televisivo, si è macchiato proprio di quel crimine, sfruttamento della prostituzione minorile e detenzione di materiale pedo-pornografico.
E pensare che qualche tempo fa aveva raccolto tutte le sue comparsate tv in un dvd e, dopo aver ricevuto un “Guiness World Record” per il suo ruolo, si era proposto di donare parte del ricavato delle vendite alla onlus “Bambini si nasce” «per la tutela dei bambini e la lotta contro la pedofilia».
Secondo la ricostruzione dei fatti, Paolini adescava le sue vittime in chat proponendo rapporti sessuali in cambio di un pagamento che oscillava dai 15 ai 40 euro. Il reato si consumava in una cantina nei pressi di piazza Bologna a Roma, dove era solito riprendere gli atti sessuali.
La denuncia è scattata poiché lo stesso Paolini, con l’intento di divulgare il materiale pedo-pornografico, aveva consegnato i video a un laboratorio fotografico che a sua volta li girava a un altro laboratorio di Riccione. Le oscenità rilevate hanno fatto scattare subito la segnalazione ai carabinieri che si sono messi in contatto con i colleghi di Roma. Paolini è risultato possessore di 110 file (94 foto e 16 video).
Finora tre le vittime individuate, due italiani e un rumeno, che tra l’altro denuncia di aver subito una forte pressione psicologica.
Si indaga sulle altre vittime dei filmati.