[highlight]Per la prima volta nella storia del calcio un gruppo ultras con minacce e intimidazioni costringe una squadra a non dover scendere in campo[/highlight]
Quando titoli e articoli di giornale raccontano di calciatori presi in ostaggio e di arbitri impiccati alle traverse nei paesi del sud America pensi che storie del genere siano così irreali e lontane da poterci riguardare. Eppure ieri 10 novembre nel derby campano tra la Salernitana e la Nocerina un gruppo ultras è riuscito a tenere in ostaggio un’intera squadra per una partita.
Una brutta pagina per il calcio e per lo sport italiano, ecco cos’è stato l’incontro tra Salernitana – Nocerina di Lega Pro Prima Divisione, in programma ieri alle ore 12:30, iniziato prima in ritardo e poi sospeso dopo appena venti minuti.
Le reiterate minacce di morte degli ultras nocerini nei confronti dei giocatori della loro squadra hanno intimidito e costretto, se così si può dire, un intero spogliatoio a non dover scendere in campo. Alla base delle motivazioni addotte dal gruppo di tifosi la decisione del questore di Salerno di vietare la presenza dei tifosi molossi allo stadio “Arechi“.
Nonostante tutto, dopo un summit tra le dirigenze dei due club e il questore di Salerno, si è deciso per far scendere le squadre in campo quasi un’ora dopo l’orario stabilito. Ma la beffa arriva pochi minuti dopo il fischio d’inizio, con la Nocerina che sostituisce subito tre suoi giocatori e ne perde cinque per presunti, quanto improbabili, infortuni. In questi casi il regolamento parla chiaro e non permette il proseguimento della gara, con l’automatica sospensione da parte dell’arbitro.
Scattano i giudizi, i processi mediatici e le accuse nei confronti del club nocerino. Non volendo giocare fino in fondo il derby con la Salernitana, la squadra ha forse scelto la soluzione peggiore. Paradossalmente, rimanere negli spogliatoi e perdere la partita per 3-0 a tavolino sarebbe stata una vittoria per quel gruppo di sedicenti tifosi che hanno gioito, tra l’altro, con festeggiamenti per il resto della giornata, ma avrebbe permesso di evitare la probabile esclusione, già da questa stagione, della Nocerina dai campionati professionistici e due anni di squalifica per i suoi tesserati, non appena i referti medici assicureranno i simulati infortuni.
Il mondo della Serie C è difficilissimo, ci sono squadre che non pagano i contributi e gli stipendi, c’è bisogno di una riforma. E’ vero che con l’ultima revisione del regolamento, adottata dalla lega, molti aspetti sono migliorati, in primis la riorganizzazione dei gironi di Lega Pro, ma la sensazione e la percezione nei confronti di chi ama e vive il pallone sottolinea una profonda distanza tra le massime serie e le categorie minori e semiprofessionistiche.
Quello di ieri è un episodio mai accaduto prima d’ora nella storia del nostro calcio, e non può che minare ulteriormente l’immagine dell’Italia sportiva, ancora alle prese con gli strascichi dello scandalo del calcio scommesse.