[highlight]Il tasso di povertà nel 2013 è aumentato del 10% rispetto all’anno scorso, raggiungendo la cifra record di 4.068.250 di indigenti[/highlight]
La crisi che ha colpito i cittadini italiani ha privato la maggior parte della popolazione anche dello stretto necessario, dall’acquisto dei generi di prima necessità fino ad una drastica riduzione di quelle spese considerate “superflue”, non essenziali, dalle cene fuori casa agli svaghi di ogni genere.
Durante il corso del 2012 si è registrato un aumento del 9% delle famiglie che hanno richiesto aiuto ad associazioni di volontariato, Caritas in particolare.
Stiamo parlando di circa 3,7 milioni di persone che vengono assistite con pacchi alimentari e pasti gratuiti.
Ecco quanto è emerso da una analisi condotta dalla Coldiretti sulla base dal “Piano Nazionale di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2012”, realizzato da Agea.
L’associazione dei Coltivatori Diretti non ha potuto non confrontare questi dati con i problemi occupazionali del nostro Paese:
[quote]E’ anche questo l’effetto di quasi un milione di famiglie rimasto senza reddito da lavoro perché tutti i componenti ‘attivi’ che partecipano al mercato del lavoro sono disoccupati, secondo i dati Istat sul 2012. Per effetto della crisi economica e della perdita di lavoro si sta registrando un aumento esponenziale degli italiani senza risorse sufficienti a sfamarsi che erano 2,7 milioni nel 2010, sono saliti a 3,3 milioni nel 2011 ed hanno raggiunto il massimo di 3,7 milioni nel 2012 (3.686.942). Una situazione drammatica che rappresenta la punta di un iceberg delle difficoltà che incontrano molte famiglie italiane nel momento di fare la spesa.[/quote]
Nel 2013, purtroppo, la situazione non è migliorata. Anzi, si è registrato un aumento del tasso di povertà, che ha raggiunto la cifra record di 4.068.250 di poveri che, nel corso dell’ultimo anno, sono stati costretti a chiedere aiuti alimentari, con un aumento del 10% rispetto al 2012 e addirittura del 47% rispetto al 2010, ovvero ben 1.304.871 persone in più negli ultimi 3 anni.
Dal dossier su “Le nuove povertà del Belpaese. Gli italiani che aiutano” emerge anche un altro dato allarmante; in Italia ci sono 428.587 bambini con meno di 5 anni che nel 2013 hanno avuto bisogno di aiuto per poter essere nutriti, con un aumento record del 13% rispetto allo scorso anno. E quando una famiglia non ha nemmeno la possibilità di sfamare i propri bambini, vuol dire che la situazione è molto più grave di quanto si possa immaginare.
Ad aumentare con un tasso superiore alla media è stato anche il numero di anziani, over 65, costretti a vivere in condizioni di povertà. 578.583 persone, di cui 4 su 10 nelle regioni del sud Italia.
Per colpa della crisi il 68% degli italiani ha tagliato i pasti fuori casa, mentre il 60% ha ridotto le spese per l’intrattenimento, con i conseguenti effetti drammatici in termini lavorativi ed occupazionali, come ha sottolineato anche Confesercenti.
Un italiano su due, invece, è stato costretto a ridurre drasticamente anche l’acquisto di prodotti per la casa di largo consumo, un dato questo che può solo peggiorare con con l’aumento dell’aliquota Iva scattato il primo ottobre scorso, come sottolinea Coldiretti in una nota:
[quote] A preoccupare per i prossimi mesi e’ l’aumento dell’aliquota Iva, che è come una valanga sull’ 88% della spesa degli italiani che viene trascinato sulla strada, di conseguenza al rincaro del costo del carburante. L’associazione di categoria mette in luce che l’innalzamento dell’ dell’Iva dal 21 al 22% colpisce per primi i bicchieri degli italiani, a causa dei rincari anche sulle bibite gassate e sui superalcolici – dagli spumanti alla birra, dai succhi di frutta al vino,fino all’acqua minerale – fortunatamente che dalla crisi e dall’aumento dei prezzi sono esclusi la maggior parte dei prodotti di largo consumo come la frutta, la verdura, la carne, il latte e la pasta. In realtà il problema resta,in quanto l’intero sistema economico è coinvolto. Se si vuole rimettere in sesto l’economia italiana il primo passo da compiere e’ di non penalizzare i consumi riducendo ancora il potere di acquisto, compromesso dalla crisi [/quote]