I risultati del campionato di calcio di Serie A e la Roma perfetta

[highlight]Prosegue il campionato perfetto dei giallorossi, ma Napoli e Juventus non mollano. Bene anche Inter e Fiorentina, il Milan crolla ancora. Sempre più giù il Chievo.[/highlight]


E sono nove: la Roma sbanca anche Udine e continua la sua cavalcata in solitaria. La squadra giallorossa soffre, resta in 10, ma trova con Bradley il gol vittoria che significa anche record di vittorie consecutive a inizio campionato (come la Juve di Capello). Dietro tengono il passo della capolista Napoli e Juventus, che si sbarazzano senza troppi problemi di Torino e Genoa, e Inter e Fiorentina, ormai stabilmente in zona Europa, come il Verona sesto. La classifica è poi “fratturata”, perché tutte le altre squadre sono raccolte in una manciata di punti: in questa ressa c’è anche il Milan, ancora sconfitto in trasferta. Il Chievo, sconfitto in casa dalla Fiorentina, chiude mestamente la classifica. Ecco i risultati campionato calcio Serie A più avvincente degli ultimi anni.

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SAMPDORIA-ATALANTA 1-0 (’56 Mustafi)
Sembra essersi sbloccata la Sampdoria, che ottiene la seconda vittoria consecutiva in campionato e si stacca un po’ dalle zone più pericolose della classifica. L’eroe di giornata è ShkodranMustafi, difensore ventunenne, che col suo colpo di testa si regala il primo gol in A e la prima gioia casalinga dell’anno per i blucerchiati. E dire che il primo tempo era stato di marca atalantina, con i bergamaschi di Colantuono ben messi in campo e più pericolosi (anche con una traversa colpita da Raimondi). Nella ripresa, però, le indicazioni e i cambi tattici di Delio Rossi danno la scossa al match e la Samp entra in campo con un piglio più deciso, che porta al gol di Mustafi (nonostante un disperato tentativo in bagher di Cigarini sulla linea, ammonito). Poi, dopo l’espulsione di Nica per un fallo su Éder lanciato a rete, i blucerchiati controllano con relativa calma, anche se Denis spaventa nel finale i tifosi di Marassi. Finisce però 1-0, risultato che consente alla Samp di portarsi a 9 punti, mentre l’Atalanta resta a 12.

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INTER-HELLAS VERONA 4-2 (10′ Jonathan, 12′ Palacio, 38′ Cambiasso, 56′ Rolando;33′ Martinho, 71′ Romulo)
Partita da incubo per le difese, in particolare per quella veronese, trafitta per ben tre volte su azione da calcio d’angolo. Esaltante, invece, per gli attacchi, e soprattutto per Rodrigo Palacio, che si conferma ancora una volta come uno dei migliori giocatori del campionato: ogni volta che prende palla, la “Joya” tiene fede al suo soprannome e regala sprazzi di gran calcio. L’Inter affronta la partita col piglio giusto, e dopo solo 12 minuti è già in vantaggio di due reti (piuttosto fortunose, in verità); i nerazzurri, però, si rilassano e consentono al Verona di rientrare, grazie a un gol di Martinho, che sfrutta la sponda di Toni e infila la difesa di Mazzarri. La paura dura poco, perché Cambiasso rimette le cose in sesto per i suoi (con gli scaligeri ancora troppo molli in chiusura). Nella ripresa c’è tempo per il primo gol italiano di Rolando e per la doppietta di Palacio (annullata da un’errata segnalazione di fuorigioco da parte del guardalinee), prima che il Verona inizi a dominare e spingere. L’Inter arretra troppo, Mazzarri si arrabbia, ma il forcing degli uomini di Mandorlini (che osa anche un 4-2-4 iper-offensivo) produce solo il gol di Romulo. Il Verona perde, ma può ripartire dalle buone sensazioni destate nella ripresa, anche se ovviamente c’è da registrare il reparto arretrato, in pessima condizione. L’Inter torna invece alla vittoria (dedicata al team manager Ivan Ramiro Cordoba, recentemente operato per una peritonite), festeggia l’arrivo di Thohir e si riporta nelle zone alte della classifica. La mano del tecnico livornese comincia a vedersi, soprattutto nelle ripartenze veloci, anche se indietro c’è ancora da lavorare.

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NAPOLI-TORINO 2-0 (14’rig., 32’ rig. Higuain)
Alla fine lo ha ammesso anche il tecnico del Torino, Giampiero Ventura: al di là degli episodi (discutibili), non c’è stata partita. Troppo deciso e convinto il Napoli, dimesso e quasi rinunciatario il Torino, che di sicuro ha la parziale scusante dei troppi assenti (solo 7 calciatori in panchina rispetto ai 12 disponibili). Già in avvio si vede tutta questa differenza e il fortino granata crolla al quarto d’ora, quando Mertens (tra i migliori) con una magia prende palla sulla trequarti, entra in area e cade nel contrasto con Bellomo: il giovane centrocampista è ingenuo nello stendere la gamba e il belga, da parte sua, fa molto poco per restare in piedi, conquistando il rigore. Dal dischetto va Higuain, che scarica di forza in rete sfogando così anche un po’ di rabbia per le voci delle ultime settimane. L’argentino si ripeterà dopo pochi minuti, sempre dagli undici metri, siglando la sua doppietta personale (e la quinta realizzazione in campionato): in questo caso, sembra errata la valutazione dell’arbitro De Marco, che punisce un tocco col gomito di Glik su conclusione di Fernandez (ma il braccio era attaccato al corpo). Il doppio vantaggio tranquillizza il Napoli, che abbassa il ritmo e pensa a controllare la gara, limitandosi a qualche ripartenza. Comunque, si avvicina più al terzo gol la squadra di Benitez (clamorosa l’occasione fallita da Insigne, oggi poco ispirato, dopo un’uscita a vuoto di Padelli) di quanto il Torino alla porta di Reina. Neanche i cambi all’intervallo (fuori anche Cerci) risollevano i granata, che ci provano solo nel finale con Meggiorini, che trova una buona risposta del portiere spagnolo. Da segnalare solo l’espulsione di Basha per un placcaggio da ultimo uomo su Pandev, lanciato a rete. Per il Torino domenica da archiviare in fretta, soprattutto in vista dello scontro infrasettimanale contro il Livorno, dove saranno in palio punti pesanti per la classifica (anche perché per i granata questa è la quinta partita senza vittoria). Il Napoli prosegue il suo buon cammino e la rincorsa all’invincibile Roma.

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BOLOGNA-LIVORNO 1-0 (3′ Crespo)
Tre punti d’oro per i padroni di casa, che conquistano la prima vittoria in campionato e respirano un po’. Male invece il Livorno, a secco di punti da 4 gare e decisamente “spuntati” in avanti, dove Paulinho non sembra essere ancora il bomber trascinatore dello scorso anno ed Emeghara invece appare spento. Il gol decisivo arriva già al terzo minuto, quando Crespo riesce a sbucare tra due difensori granata e colpire di testa su un cross di Cech. Non c’è molto altro da raccontare, a parte qualche spunto di Diamanti (ex di turno) e una buona parata di Bardi su Cristaldo. Per gli uomini di Nicola, invece, buone le iniziative di Siligardi, che sta lentamente recuperando la condizione dopo il brutto infortunio della scorsa stagione (lesione del legamento crociato del ginocchio destro): i toscani avranno bisogno, e molto, delle sue invenzioni. Lo scontro diretto salva Pioli, che sembrava essere decisamente a rischio esonero, anche se 6 punti restano comunque bottino magro; non sta molto meglio il Livorno, che non vince dalla terza giornata, e ora Nicola comincia a preoccuparsi.

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CATANIA-SASSUOLO 0-0
Poche emozioni al Massimino, con Catania e Sassuolo che si dividono punti e preoccupazioni, restando inchiodate a braccetto sul fondo della classifica a quota 6 punti. Neanche l’arrivo di De Canio ha dato la scossa ai padroni di casa, che sembrano la copia sbiadita della squadra che lo scorso anno ha addirittura sfiorato la qualificazione in Europa: quest’anno la situazione sembra decisamente diversa e molto meno attraente, per gli etnei. Pareggio tutto sommato positivo per il Sassuolo, invece, che ha avuto anche la più grande occasione per sbloccare il risultato: Zaza, partito forse in off-side, si è presentato tutto solo davanti ad Andujar, provando a scartarlo; il portiere argentino è stato furbo nello sfiorare l’attaccante, sbilanciandolo quel tanto che è bastato a fargli sbagliare il tiro verso la porta sguarnita (ma senza procurare il rigore).
Curiosità: è solo il quinto 0-0 del campionato, nei 9 turni giocati finora. Ed è la seconda volta che il Catania in casa chiude una gara su questo punteggio, a testimonianza della difficoltà dei rossoazzurri nel trovare la rete (non a caso, peggior attacco del torneo). È invece la prima volta assoluta che il Sassuolo non subisce gol.

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CHIEVO VERONA-FIORENTINA 1-2 (15′ Cesar; 45′ Cuadrado, 63′ Cuadrado)
Ancora una rimonta positiva per la Fiorentina, che stavolta ringrazia la prima doppietta in A di Juan Guillermo Cuadrado, che consente ai viola di tenere il passo delle prime in classifica. Parte meglio il Chievo, però, chiamato a far punti per tentare di risollevare una situazione che sembra già compromessa: al quarto d’ora, un cross di Dramé trova libero in area Cesar, che è bravo a colpire di testa e spiazzare imparabilmente Neto. La Fiorentina reagisce, ma trova il pareggio solo nel finale di tempo grazie a una bell’azione dell’esterno colombiano, liberato da un assist di Rossi. Il raddoppio nella ripresa, quando Cuadrado completa la sua domenica speciale con un’incursione in area gialloblu. I tentativi di recuperare del Chievo sono vani, e così la squadra di Sannino resta solo in coda alla classifica, con soli 4 punti. Il tecnico di origini napoletane è a rischio esonero (anche se ufficialmente è stato confermato nell’incarico), ma forse ci sono carenze nell’organico che non sono superabili solo con il cambio alla guida. La Fiorentina bissa il successo con la Juve e aspetta il Napoli: l’incontro infrasettimanale chiarirà probabilmente quali possano essere le ambizioni di Montella e dei suoi.

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JUVENTUS-GENOA 2-0 (23′ rig. Vidal, 36′ Tévez)
Tutto troppo facile, per i campioni di Italia, che si sbarazzano del Genoa senza alcun problema. Gasperini ha ancora molto da lavorare per tentare di condurre i rossoblù alla salvezza tranquilla, ma ci sono troppi campanelli d’allarme, soprattutto perché il migliore in campo (e unico “sufficiente”) è stato il portiere Perin. Sul fronte Juve, sembrano dimenticate le due sconfitte consecutive grazie a una prestazione davvero convincente. La gara si sblocca al 23esimo, quando un’incursione di Asamoah è fermata con un fallo da Biondini: forse l’intervento è qualche centimetro fuori area, ma l’arbitro fischia il penalty. Dal dischetto Vidal è un cecchino infallibile e lo conferma con un tiro preciso, che non lascia scampo a Perin. Dieci minuti dopo arriva il raddoppio di Tévez, con un bel diagonale. Il terzo gol non arriva solo per le parate del giovane numero 1 genoano e gli incredibili errori di Llorente sotto porta. Ma va bene anche così, per Conte. Che giustamente osserva:
[quote]La Roma ha fatto un’impresa straordinaria e merita gli applausi di tutti. Nove vittorie di fila sono difficilissime.Complimenti, offuscano anche noi e il Napoli, che pure stiamo andando benissimo con sette vittorie, un pareggio e una sconfitta. Un ruolino da prime della classe… solo che la squadra di Garcia è una primissima[/quote]

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PARMA-MILAN 3-2 (11’, 94’ Parolo, 45’ Cassano; 61’ Matri, 63’ Silvestre)
Il Parma batte il Milan e lo supera in classifica, al termine di una gara intensissima e ricca di emozioni. I gialloblu partono fortissimo, trascinati da un ispirato Cassano, dalle terribili accelerazioni di Biabany e, soprattutto, da un ritrovato Parolo: il centrocampista di Gallarate, finito anche in orbita Nazionale, ha vissuto due anni difficili, dove sembrava aver perso il suo smalto. Invece, in questo scorcio di campionato ha ritrovato forma e anche il feeling con il gol (e nell’incontro odierno ha aperto e chiuso le marcature, arrivando a 5 in totale). Nel primo tempo non c’è stata gara: decisamente superiore il Parma, sotto tutti gli aspetti, e il 2-0 è la testimonianza giusta di questo predominio. Nell’intervallo Allegri prova qualche contromossa, che si trasforma nella sostituzione di un evanescente Balotelli (che si fa notare più per il nuovo look da “bravo ragazzo” – senza cresta né orecchini – che per la partecipazione al gioco) e di Poli con Matri e Kakà. La mossa sembra portar frutti, perché è proprio l’ex cagliaritano a riaprire la partita col suo primo gol in maglia rossonera (dopo una traversa clamorosa di Gargano che poteva siglare il 3-0), seguito nel giro di due minuti da una deviazione sotto porta di Silvestre, che pareggia. L’inerzia del match cambia completamente ed è Kakà ad avere la palla della vittoria: il trequartista brasiliano spara però su Mirante in uscita. E allora, tra contropiedi pericolosi e tentativi fermati dalle difese, si arriva al recupero, quando Parolo piazza la palla per una punizione da oltre 30 metri. Il tiro è potente, la barriera del Milan si apre e lascia passare la palla, che tocca terra davanti a Gabriel e acquista ulteriore velocità, ingannando il giovane portiere brasiliano. È la rete decisiva, che consente a Donadoni di festeggiare. Clima tutt’altro che sereno in casa Milan, ovviamente, che continua a non decollare in campionato: dopo la buona prestazione in Champions contro il Barcellona, per Allegri nuovo passo indietro, specialmente nei primi 45 minuti. Il campionato sembra ormai compromesso: 11 punti sono pochi, soprattutto perché le prime 5 squadre viaggiano a ritmi completamente differenti (Juve e Napoli, in zona Champions, hanno il doppio dei punti dei rossoneri, senza considerare ovviamente la Roma).

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UDINESE-ROMA 0-1 (82’ Bradley)
È la vittoria di un gruppo, di una squadra che ha saputo soffrire (assenze pesanti di Gervinho e capitan Totti), difendersi e colpire anche in 10. Ma è soprattutto la vittoria di Garcia, che ha anche indovinato il cambio giusto. L’Udinese era imbattuta in casa da ben 22 partite, ma deve arrendersi all’organizzazione tattica dei giallorossi e a un pizzico di sfortuna: il palo interno di Muriel e il tiro di Gabriel Silva salvato sulla linea da Castan potevano ovviamente cambiare il corso e il destino della gara. Se i campionati si vincono anche grazie a questi piccoli segnali, la Roma sembra destinata a una grande impresa. Anche perché tutto poteva farsi ancora più complicato al 66’, quando Maicon commette un ingenuo fallo a centrocampo su Allan, guadagnandosi la seconda ammonizione e l’espulsione. Garcia ridisegna la squadra non rinunciando agli attaccanti, ma sostituendo Pjanic con Torosidis: una scelta che si rivelerà azzeccata, perché l’Udinese non troverà molti spazi in avanti. È invece la Roma a colpire, con una bella azione di Strootman che, tenendo palla al limite dell’area bianconera, vede arrivare il neoentrato Bradley e lo serve, sorprendendo la difesa friulana: l’americano colpisce al volo d’interno e supera Kelava. Nove vittorie in nove partite: era accaduto solo una volta, nella stagione 2005-2006, con la Juventus di Fabio Capello che poi vinse il titolo (cancellato però da Calciopoli). Le storie extra-calcistiche sembrano però lontane, oggi, e negli occhi resta solo la grande impressione di solidità che la Roma riesce a dare. Per Guidolin prima sconfitta interna e classifica che continua a essere un po’ deficitaria: bisogna cambiare marcia, soprattutto in trasferta.

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LAZIO-CAGLIARI 2-0 (52’ Klose, 55’rig. Candreva)
Tutto in tre minuti, tutto grazie a Klose. La Lazio torna alla vittoria – dopo le prestazioni deludenti anche in Europa League e la contestazione dei tifosi – e si aggrappa al suo centravanti, tenuto inizialmente a riposo da Petkovic. E infatti, il primo tempo si chiude sullo 0-0 e le occasioni migliori le ha il Cagliari in contropiede, con la curva di casa che fischia sonoramente. Ma nella ripresa il numero 11 biancazzurro dimostra la sua importanza e la sua classe: prima colpisce di testa un cross “sporcato” di Candreva, superando l’incolpevole Agazzi; poi si guadagna un rigore, costringendo Pisano al fallo di mano. Dal dischetto, è ancora Candreva a segnare. Tre punti d’oro per la squadra di Lotito e per il suo tecnico, che sembrava esser sulla graticola. Certo, i tifosi sono ancora delusi, anche perché di contro la Roma vola, ma almeno la crisi sembra rimandata, per il momento. Il Cagliari esce sconfitto e paga la scarsa capacità di approfittare della prova opaca dei padroni di casa nel primo tempo: poi, è stato Klose a scompigliare le carte.

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