[highlight]La Terra dei Fuochi è un dramma nazionale. Solidarietà e iniziative concrete giungono anche dal Nord[/highlight]
Il prossimo primo novembre, il “Coordinamento comitato fuochi Modena” organizza nel Settentrione il primo corteo contro lo sversamento e i roghi di rifiuti tossici in Campania.
A Modena, alle ore 10, dal parco Novi Sad prenderà il via un corteo funebre che sfilerà silenziosamente per la via Emilia, fino a Piazza Grande. Una marcia funebre, organizzata in occasione della commemorazione dei defunti, per ricordare chi è stato strappato a questa vita dalla ferocia di tumori, leucemie, malattie legate all’inquinamento e, soprattutto, per infrangere il muro di un silenzio omertoso e decennale.
Il corteo modenese sarà la risposta a chi ancora crede che la Terra dei Fuochi sia un problema solo del Sud. È un invito rivolto non solo a chi è originario di quelle terre offese e martoriare, ma a chiunque pretenda verità, giustizia, trasparenza, dignità e diritto alla vita.
Da oltre vent’anni, in Campania vengono interrati nelle campagne rifiuti tossici e scarti industriali provenienti da tutta Italia, smaltiti a costo zero, senza tracciabilità, evadendo il fisco e consentendo alle grandi industrie, soprattutto del Nord, di ricavare enormi profitti, arricchendosi a spese di onesti cittadini che in quelle terre ci vivono, si ammalano e muoiono.
Una prassi barbara e miope, dettata da profonda ignoranza e incoscienza.
La delirante cecità di camorra, industria e agricoltori compiacenti, stimolata dall’avidità, non ha messo in conto che quei rifiuti sversati in Campania ritornano sottoforma di carne, verdure, mozzarelle, grano in tutte le regioni italiane.
I rifiuti tossici vengono, infatti, interrati nei campi dove i contadini coltivano pomodori, insalata, finocchi, cavoli e dove gli agricoltori portano a pascolare le loro capre, gli agnelli, le bufale, le cui mozzarelle e carni finiranno sulle tavole di tutta Italia.
Rifiuti tossici non solo interrati ma anche incendiati, per impedire che dagli scarti industriali (conceria, gomme, farmaci) si possa risalire alla fabbrica di produzione. Da queste discariche abusive a cielo aperto si alzano così enormi nubi nere, venti di morte, flagelli insanabili, pronti ad avvelenare i nostri polmoni e il nostro futuro. Nubi tossiche che inquinano l’aria che respiriamo e polveri che ritorneranno sulle campagne e sui prodotti ortofrutticoli sottoforma di piogge acide.
Rifiuti tossici non solo bruciati ma lasciati a marcire, senza teli e coperture, sui terreni delle campagne, pronti a penetrare nelle falde acquifere e a inquinare le acque dei pozzi con le quali i contadini irrigano i loro campi.
Un circolo vizioso, improduttivo e ormai sotto i riflettori nazionali ed europei; eppure, mentre si marcia, si protesta, si chiedono interrogazioni parlamentari e si raccolgono firme per chiedere mappature dei siti contaminati, monitoraggio dell’esercito sui campi coinvolti nello sversamento di rifiuti tossici, analisi delle acque dei pozzi, registri dei tumori, in Terra dei Fuochi si continuano a sotterrare e bruciare tonnellate e tonnellate di rifiuti, ogni giorno, senza che nessuna istituzione intervenga a fermare questo scempio ambientale.
Occorre, oggi più che mai, una grande presa di coscienza e responsabilità. Necessaria è la sensibilizzazione a livello nazionale, attraverso l’informazione e il controllo del territorio. Dopo le numerose manifestazioni a Giugliano, Caivano, Orta di Atella, Nola e la prossima a Napoli, il 26 ottobre, a Piazza Dante, avere il sostegno anche del Nord-Italia è un segnale forte e doveroso. Quest’ordinamento di intenti e anime è il bene comune di un’Italia che ancora spera e lotta. Un’Italia stanca di sopravvivere e piangere i suoi morti. Un’Italia che, unita, può e deve ribellarsi ad anni di silenzi e paure, incoraggiando denunce di industrie e istituzioni, che appoggiate dalla camorra e sostenute da agricoltori scellerati, hanno avvelenato e stanno ancora avvelenando una regione dalle straordinarie potenzialità, ridotta oggi a una grande discarica abusiva.
La Campania, come l’Italia intera, è ricca di persone oneste e volenterose: è su queste che oggi bisogna contare, lasciando da parte stemmi, bandiere, fazioni e particolarismi. La battaglia ambientale contro lo sversamento dei rifiuti tossici richiede la partecipazione attiva e costante di tutta la popolazione.
Siamo tutti chiamati a difendere la nostra vita e il nostro domani.