[highlight]Continuano le polemiche intorno al Metodo Stamina. I genitori in piazza per reclamare il diritto a ricevere le cure compassionevoli. Interviene anche il Papa[/highlight]
Questa mattina a Milano circa un centinaio di manifestanti provenienti da tutt’Italia si sono riuniti davanti alla sede del Consiglio Regionale della Lombardia per chiedere lo sblocco e il proseguimento dei carotaggi per i pazienti in attesa agli Spedali Civili di Brescia e il proseguimento delle cure compassionevoli con il Metodo Stamina.
La Stamina Foundation Onlus del professor Vannoni è divenuta nota in seguito ai servizi realizzati negli ultimi mesi da Giulio Golia per la trasmissione televisiva “Le Iene”, nei quali si mostrano gli effetti positivi riscontrati in alcuni pazienti trattati con il metodo da essa proposto.
Ma cos’è il Metodo Stamina? Prevede la conversione di cellule staminali mesenchimali in neuroni, attraverso un’esposizione ad acido retinoico diluito in etanolo, e consiste nel prelievo di cellule dal midollo osseo dei pazienti, la loro manipolazione in vitro e, infine, la loro infusione nei pazienti stessi.
A partire dal maggio scorso, la Fondazione ha intrapreso un tortuoso percorso burocratico per l’avvio della sperimentazione in Italia.
Il primo passaggio avviene il 15 maggio, quando la Commissione affari sociali della Camera dei Deputati ha approvato l’avvio della sperimentazione clinica, finanziata dal parlamento con 3 milioni di Euro per gli anni 2013-2014.
Il 21 giugno, però, Vannoni non rispetta la dead line per la consegna della documentazione scientifica all’Istituto Superiore di Sanità, all’Agenzia Italiana del Farmaco e al Centro Nazionale Trapianti, chiedendo per ben due volte un rinvio.
A fine giugno il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin nomina i membri del Comitato che dovrà seguire la sperimentazione, che non può ancora iniziare a causa della mancata consegna, per la terza volta, della documentazione da parte di Vannoni.
A complicare la situazione, già di per sé molto delicata in quanto coinvolte sono persone malate in attesa di cure, la rivista scientifica Nature pubblica un articolo nel quale esorta il Governo italiano a bloccare la sperimentazione, perché giudicata priva di qualsiasi fondamento scientifico. Addirittura, Nature accusa la Stamina Foundation di aver falsificato la documentazione presentata per il rilascio del brevetto: pare, infatti, che le immagini portate a supporto della richiesta di brevetto fossero state “rubate” ad una ricerca russa.
A fine luglio due regioni italiane, l’Abruzzo e la Sicilia, individuano delle strutture sanitarie nelle quali è possibili avviare il trattamento.
Il 1° agosto viene consegnato all’Istituto Superiore di Sanità il protocollo del Metodo Stamina per far partire la sperimentazione.
L’11 settembre 2013, il Comitato Scientifico istituito dal Ministro Lorenzin presenta un rapporto secondo cui il Metodo Stamina non avrebbe nessuna consistenza scientifica.
Il 10 ottobre il Ministero della Salute blocca definitivamente la sperimentazione, definendo il metodo pericoloso per la salute dei pazienti.
Il caso Stamina negli ultimi mesi ha suscitato non poche polemiche, con moltissimi personaggi famosi che si sono spesi a sostegno del trattamento.
Nel frattempo, le famiglie con figli colpiti dalle patologie trattabili attraverso il Metodo Stamina cercano di far sentire le proprie ragioni.
Se non ci sono cure efficaci e l’unico epilogo certo è la morte della persona malata, perché viene bloccato un trattamento che, in alcuni casi, pare abbia prodotto dei risultati positivi? Questo si chiedono le persone coinvolte.
Oggi anche il Papa si è mobilitato, chiamando due famiglie con figli colpiti da gravi patologie che hanno chiesto l’accesso al Metodo Stamina, ma sono in lista d’attesa. A riportarlo è una nota della trasmissione “Le Iene”.
Papa Francesco pare che abbia detto loro che parlerà con il Ministero della Salute. «Prego per Noemi e prego per voi».