Nuova sparatoria negli USA: a Chicago 12 feriti, anche un bimbo di 3 anni

[highlight]Armi ancora in azione negli Stati Uniti, sale la tensione dopo una sparatoria a Chicago[/highlight]


The American dream. La tv e il cinema ci hanno fatto crescere nel mito degli Stati Uniti d’America, la terra dei panorami eccezionali, della modernità e di servizi che in Paesi come l’Italia mancano. La patria del jazz, del rock’n’roll, del rap, e di geni che hanno rivoluzionato la storia della musica (Elvis Presley, Jimi Hendrix o Michael Jackson, solo per fare dei nomi), la letteratura (Edgar Allan Poe, Francis Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway) e più di recente la tecnologia (come i genitori di Google, Larry Page e Sergey Brin, Bill Gates e Steve Jobs).

Ma l’America vera è ovviamente molto di più della faccia mostrata da Hollywood.

Oltre alla questione siriana, che vede Obama sul piede di guerra, a preoccupare i cittadini è il clima di scarsa tranquillità che si respira nelle strade.

L’ultimo esempio è cronaca recente: nella notte del 19 settembre, un campo di basket sulla 51 strada di Cornell Square Park a Chicago è stato teatro di una sparatoria, l’ennesima negli Stati Uniti. Secondo il sito del Chicago Tribune, che pubblica le prime foto dei feriti soccorsi, 12 persone sono state colpite da colpi di armi da fuoco: quattro di loro, tra cui un bambino di tre anni, sono in condizioni gravi.

Lo zio del piccolo, Julian Harris, ha raccontato ai giornali locali ciò che aveva visto:

[quote]I colpevoli sono uomini con i capelli rasta a bordo di un’auto grigia e fanno parte di una gang[/quote]

Ogni notte, stando al racconto del testimone, andrebbero in giro a cercare qualcuno da colpire con dei proiettili, con motivazioni ancora del tutto sconosciute.

Come detto, questo non è certo il primo caso di sparatoria. Nella sola Chicago l’anno scorso ci sono stati 500 casi di uccisione, in aumento rispetto ai 431 del 2011, così che la capitale dell’Illinois ha ricevuto dalla Fbi il poco ambito titolo di “città con più omicidi d’America” in cifra assoluta, battendo per la prima volta New York che, però, ha il triplo del numero di abitanti della “Windy city”.

In precedenza, l’opinione pubblica è rimasta scioccata dalle notizie provenienti da Washington DC (ne abbiamo parlato qui) e dal Texas, dove l’8 agosto un ex militare si reca in un primo momento nella casa della sua ex fidanzata a Dallas e spara a 4 persone, e poi successivamente a DeSoto, sparando ancora ad altre 4 persone (in entrambi i casi, due morti e due feriti).

Alla luce dei fatti, è servito a ben poco l’appello di Obama, in seguito alla strage di Aurora, al buon senso degli statunitensi:

[quote]Dobbiamo essere chiari su una cosa, se un ragazzo spara ad un altro ragazzo c’è un’assenza nel suo cuore che il governo da solo non può colmare. Dipende da noi genitori, vicini e insegnanti fare i modo che i giovani non abbiano quel vuoto nel cuore[/quote]

Quella delle armi negli Stati Uniti resta una questione grave e irrisolta.

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