[highlight]Uno studio dell’Università di Messina rivela che le persone di bell’aspetto hanno vantaggi sul mercato del lavoro[/highlight]
Tu sei brutto e ti tirano le pietre, diceva Antoine negli anni ’60. Ma, al contrario di quanto sostenuto dal cantante francese, se sei bello non ti tirano le pietre, anzi: ti aprono le porte.
È questo il risultato di uno studio condotto dal professor Giovanni Busetta e da Emanuela Visalli dell’Università di Messina e dal professor Fabio Fiorillo dell’Università Politecnica delle Marche, che si sono interrogati sulla possibilità che esista una preferenza, da parte dei datori di lavoro, nel selezionare candidati attraenti.
I ricercatori hanno quindi monitorato le agenzie che offrono posti di lavoro in Italia, inviando tra l’agosto 2011 e settembre 2012 oltre 11mila curricula falsi a 1542 offerte occupazionali pubblicizzate. Arrivando a questa straordinaria conclusione: chi possedeva qualità estetiche maggiori ha avuto più possibilità di ottenere un colloquio.
I curricula hanno ottenuto il 30% di risposte favorevoli, soprattutto per i candidati considerati più attraenti (47% per gli uomini, 54% per le donne), mentre solo il 26% di uomini e il 7% di donne fisicamente meno “avvantaggiati” sono riusciti ad ottenere un colloquio. Emerge dunque, stando alle conclusioni dello studio, l’esistenza di una discriminazione non solo razziale (le candidature degli stranieri non vengono infatti nemmeno valutate), ma anche, e soprattutto, di una basata sull’aspetto fisico.