[highlight]Sant’Arsenio: storie di bambini contesi, di coniugi finiti in tribunale a “giocarsi” l’affidamento dei propri figli[/highlight]
A Sant’Arsenio, piccolo Comune del Cilento, si sono perse le tracce di un bambino di sei anni. Nato dal matrimonio tra un italiano e una donna di origini venezuelane, Francesco è stato strappato dalla sua terra e trasferito con un escamotage in Sud America. La vicenda che sta facendo il giro della provincia di Salerno parte proprio da qui.
[highlight]IL RACCONTO DELL’ODISSEA[/highlight] – Tutto ha inizio nell’ottobre del 2010. La madre decide di portare il figlio con sé a Caracas, per permettergli di conoscere i suoi nonni. Le settimane volano, i mesi pure. Sergio Solimo, il papà di Francesco, intuisce che c’è qualcosa di molto strano in quel distacco forzato. I suoi timori si concretizzano quando comprende che quel viaggio familiare, in realtà, era una vera e propria fuga congegnata ad arte da sua moglie. Scattano così le prime denunce, sia alle autorità italiane che a quelle venezuelane. Da allora sono passati tre anni, tre lunghi anni colmi di angoscia e di disperazione. Sergio non si è arreso a una giustizia lumaca e ha continuato a portare avanti con lucida testardaggine la sua personale battaglia. La moglie, nel frattempo, gli ha permesso di rivedere il figlio solo in foto e in rare video-chiamate via webcam.
[highlight]LA FUGA DELLA DONNA[/highlight]. Le pressioni sono forti anche oltreoceano. A giugno del 2012, l’Alta Corte venezuelana si esprime in primo grado in favore del rimpatrio in Italia del piccolo Francesco. Sentenza successivamente confermata in appello e in via definitiva lo scorso dicembre. Con l’accusa di sottrazione di minore, la donna, rientrata in Italia nel giugno del 2013, viene arrestata e posta ai domiciliari presso la sua abitazione di Sant’Arsenio. Tornata poco dopo in libertà su ordine del Tribunale del Riesame di Salerno, la sudamericana è sparita nel nulla nel bel mezzo delle udienze per la separazione. Gli inquirenti credono attendibile la pista che conduce al suo ritorno in Venezuela attraverso l’ausilio di un passaporto falso (i documenti ufficiali le erano stati sequestrati insieme alla notifica del divieto di espatrio). Nel frattempo, il presidente del Tribunale di Sala Consilina, Robustella, ha disposto l’affido esclusivo del piccolo Francesco a Sergio.
[highlight]L’APPELLO ALLO STATO[/highlight]. È Enrico D’Amato, legale del padre, ad invocare il sostegno delle istituzioni:
[quote]Mi rivolgo a loro affinché Francesco, un cittadino italiano di sei anni, venga rimpatriato al più presto dal Venezuela in Italia. È un obbligo per lo Stato italiano salvaguardare i suoi cittadini. Il diritto del padre passa in secondo piano rispetto a quello del bambino di tornare in Italia e vivere dove è nato. Io penso che una soluzione si possa trovare solo quando il governo, attraverso il ministero degli Esteri e quello della Giustizia, si attiverà per mettere pressioni alle autorità venezuelane per disporre il rientro del bambino[/quote]
[highlight]LA GENTE SI MOBILITA[/highlight]. Dalla comunità reale, come spesso accade in questi casi, le iniziative si sono spostate sul Web. Da pochi giorni è nata la pagina su Facebook dal titolo “Vogliamo il piccolo Francesco Solimo in Italia, aiutateci a cercarlo”. Il comitato promotore è al lavoro per organizzare una fiaccolata simbolica: papà Sergio è meno solo nella sua disperata battaglia.