Malala non ha paura

[highlight]Il coraggio non ha età e molto spesso è Donna[/highlight]


Lo scorso 12 luglio Malala Yousafzai ha compiuto 16 anni, festeggiandoli in modo originale: ha infatti parlato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Questa giovane ragazza si è dunque regalata, e ha regalato, un’emozione speciale: ha dimostrato, nei fatti, che l’attentato subito a ottobre 2012 ha ucciso solo la paura. Non solo è sopravvissuta, è addirittura rinata ancora più coraggiosa e forte di prima.

L’istruzione come diritto , ma anche come arma pacificamente rivoluzionaria. Questo il caposaldo della battaglia ideologica combattuta da Malala, assurta a paladina della lotta per l’affermazione dei diritti civili delle donne  nella valle dello Swat, area del Pakistan più integralista.

Contravvenendo all’editto proibitivo dei Talebani, ne ha documentato il regime, curando per la BBC un blog, a cui deve la celebrità e le conseguenze che ne sono derivate.

[quote] «Sono qui per parlare del diritto all’ istruzione per tutti. Anche per i figli e le figlie dei talebani. Prendete i vostri libri e le vostre penne, sono la vostra arma più potente. Un bimbo, un docente, una penna e un libro possono cambiare il mondo»[/quote]

Questa è la risposta a chi, qualche mese fa, le ha sparato alla testa mentre era per salire sullo scuola bus che la riportava a casa. Questa la provocazione rivolta a chi l’ha stigmatizzata, identificandola come “simbolo degli infedeli e dell’oscenità”.

Dopo i primi soccorsi ricevuti nell’ospedale militare di Peshawar, da Londra giunse l’offerta di ospitare e curare Malala.

La ragazza di Mingora non ha mollato: i suoi ideali l’hanno portata a parlare su un palco di rilevanza mondiale, di fronte a una platea commossa e quasi intimidita da una ragazzina che, con naturalezza, ha ribadito la potenza dirompente dell’istruzione e la necessità che in qualunque angolo del mondo ci siano libri e penne, da destinare al loro naturale utilizzo.

Sul capo lo scialle appartenuto a Benazir Bhutto e nel cuore la serenità  di chi professa “una religione di pace”: questa è Malala Yousafzai,  la candidata designata dal partito laburista norvegese per il Premio Nobel per la Pace 2013.


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