[highlight]La Denuncia di Don Patriciello scuote Bruxelles[/highlight]
Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, ha portato nuovamente alla ribalta la questione ambientale della regione Campania, durante un’audizione della Commissione Petizioni al Parlamento europeo.
Don Patriciello ha descritto ai parlamentari europei la situazione ambientale campana, arrivata ormai al limite a causa di più di venti anni di inquinamento, con milioni di scorie provenienti dal Nord interrate o date alle fiamme che hanno irrimediabilmente avvelenato il territorio un tempo definito «Campania Felix».
Dal «Rapporto Ecomafia 2013» di Legambiente emerge la conferma che la Campania è una delle regioni più inquinate d’Italia; durante il 2012 si sono registrati 4777 reati, sono state denunciate e arrestate 3428 persone e sono stati predisposti 1153 sequestri. Sono circa 83 clan a gestire il business, che frutta un giro di affari di 4,5 miliardi di euro.
Questo il quadro drammatico che è stato descritto dal combattivo parroco, da sempre impegnato nella lotta alla camorra e alle ecomafie, che era già salito agli onori della cronaca qualche tempo fa, quando fu bersaglio di una vera e propria sfuriata del prefetto di Napoli Andrea De Martino per aver rivolto l’epiteto «signora», giudicato poco rispettoso, al Prefetto di Caserta Carmela Pagano.
L’imperterrito prete non si ferma nel denunciare il dramma perpetrato dalla criminalità organizzata con la complicità dei politici conniventi a tutti i livelli.
Una vera e propria tragedia umanitaria colpevolmente nascosta, che acquista ulteriore drammaticità dopo la morte per cancro di Francesco De Crescenzo, bimbo di appena otto anni di Capodrise in provincia di Caserta, rivelata proprio dal religioso.
«Nelle province di Napoli e Caserta – ammonisce tristemente Don Patriciello – è in un atto una vera e propria strage degli innocenti. Erode non è morto. Erode non muore mai».
Alla sua denuncia si aggiunge quella dell’oncologo Antonio Marfella, che ha accompagnato il parroco all’audizione e che sottolinea come l’impatto del fenomeno sull’ecosistema ambientale campano abbia trasformato la regione nella discarica tossica d’Italia. Anche il Movimento 5 Stelle ha deciso di far sentire la propria voce, con il viaggio nei luoghi della terra dei fuochi denominato «Spazza Tour 2013».
Un’altra importante funzione di sensibilizzazione viene svolta, ormai da anni, dal sito web «La Terra dei Fuochi.it», che registra filmati dei roghi e stila ogni giorno un vero e proprio bollettino di guerra de «il più grande avvelenamento di massa in un paese occidentale». Il fenomeno viene localizzato inizialmente nei territori dei Comuni a nord di Napoli, come Giugliano in Campania, Qualiano e Villaricca, per poi espandersi alla provincia casertana e ad altre zone della regione.
In quest’area si registra un aumento della mortalità del 9% tra gli uomini, del 12% tra le donne e un aumento anche dell’80% di tumori ai polmoni e allo stomaco, linfomi e malformazioni neonatali, sebbene per l’attuale Ministro della salute Lorenzin siano altre le cause di questi dati, dipendenti da questioni sanitarie da ricercare nello stile di vita dei residenti,
Queste denunce dimostrano come l’avvelenamento continui, e la conferma viene data dai continui interventi delle autorità. Proprio in questi giorni i carabinieri della Compagnia di Giugliano in Campania hanno predisposto il sequestro preventivo di un’ampia fascia del Litorale Domitio, nel zona di Varcaturo in Giugliano in Campania. Oltre ai sigilli apposti in nove lidi balneari, che secondo gli inquirenti non disporrebbero delle licenze di occupazione demaniale, è stato anche predisposto il divieto di balneazione nel tratto di mare, per la rilevazione di un alto tasso di batteri escherichia coli ed enterococchi intestinali.
La Commissione europea ha chiesto un intervento delle Autorità italiane per monitorare il territorio campano e intervenire. Don Patriciello, www.laterradeifuochi.it e lo «SpazzaTour 2013» sono voci che emergono dal silenzio generale, in cui i casi come quello del piccolo Francesco si ripetono nell’indifferenza delle istituzioni.
L’emergenza umanitaria ha bisogno di risposte serie: la terra dei fuochi che ogni giorno viviamo nei nostri polmoni, sulla nostra pelle e sulla nostra vita sta mandando in fumo anche il nostro futuro.
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