[highlight]Gianluigi Quinzi vince Wimbledon Junior: un successo che all’Italia mancava da 26 anni[/highlight]
Un ragazzo determinato, indisponente, un po’ spaccone ma incredibilmente bravo con la racchetta: Gianluigi Quinzi è il campione di Wimbledon 2013 categoria juniores, ma, soprattutto, è la speranza del tennis azzurro, che sull’erba inglese non aveva più ottenuto vittorie dal 1987, quando Diego Nargiso si aggiudicò il primo posto contro l’australiano Stoltenberg.
A soli 17 anni il tennista, nato a Cittadella ma marchigiano d’adozione, vanta già molteplici successi. Vince a 8 anni il “Little Mo”, torneo giocato in Florida e riservato agli Under-10; a tredici è il più giovane tennista nelle classifiche Itf Junior; a quattordici conquista quattro tornei consecutivi, con un totale di venti vittorie, e nel 2010 gli viene assegnato il titolo di Giocatore dell’anno dalla Federazione europea.
Stavolta ha superato se stesso, sconfiggendo nella finale di ieri il sudcoreano Hieon Chung con il punteggio di 7-5 7-6 e dimostrando un talento davvero notevole, che si evince dai diritti e rovesci bimani molto efficaci, dai colpi fin troppo potenti per la sua età e dall’ottima mobilità di corsa e di piedi. Nonostante l’avversario si sia rivelato più ostico del previsto, Quinzi è riuscito a gestire al meglio i momenti decisivi, senza perdere neppure un set, ed è finito in lacrime sull’erba del Campo 1 regalando all’Italia una grande soddisfazione.
Gli occhi del mondo del tennis sono puntati su questa giovane promessa, che potrebbe realizzare le migliori aspettative. Si parla, infatti, di Gianluigi come del nuovo Roger Federer, salito sul trono di Wimbledon “dei grandi” per ben sette volte tra il 2003 e il 2011. Per il momento, il suo merito è di aver rappresentato un punto di svolta nel percorso da anni fallimentare dell’Italia in questo sport.
È stimolante immaginare che la nostra Nazione, eccezionale nel calcio a livello mondiale, divenga imbattibile anche nell’ambito tennistico. Non ci resta che seguire col fiato sospeso i progressi del nuovo volto dello sport azzurro. E, per una volta, invece di guardare ai giovanissimi con pregiudizio, imputando loro la disgregazione dei valori, accogliamone la lezione. Nel caso di Quinzi, consiste nel credere che l’Italia di oggi permette ancora di coltivare un sogno che è disciplina, dedizione e lavoro.