Napoli: videosorveglianza inattiva

[highlight]Napoli: la microcriminalità avanza e le municipalità aprono gli occhi[/highlight]


Dopo che un cittadino napoletano ha avanzato richiesta di visionare i filmati delle telecamere di via San Sebastiano, dove ha subito una rapina, si è scoperto che le telecamere della zona non erano in funzione, nonostante fossero state attivate (sulla carta) già nel 2011.

Da questo aneddoto, reso noto dal Presidente della Seconda Municipalità di Napoli, Francesco Chirico, è emerso che, delle oltre settecento telecamere installate, solo la metà – quella gestita in modo diretto dalle forze dell’ordine – risulta funzionante.

Eppure il denaro è stato investito: 8 milioni e 800.000 euro a Marzo 2012, per installare 414 telecamere, in aggiunta alle circa 200, già installate e ritenute attive; inoltre, più di un milione di euro spesi nel progetto dell’ex-sindaco, Rosa Russo Iervolino, per attivare 66 telecamere. Ad oggi sembrano che questi investimenti abbiano fruttato poco, e tutto ciò va a favore della microcriminalità, i cui reati restano impuniti.

Dal Presidente della Prima Municipalità, Fabio Chiosi, giunge la richiesta di potenziare i controlli di polizia sul territorio per mantenere le strade più sicure. Di altro avviso Mario Coppeto, Presidente della Quinta Municipalità, che difende l’impegno delle forze di polizia, ma che accusa il Comune di mostrare scarso interesse alla faccenda: De Magistris non avrebbe convocato il tavolo territoriale della sicurezza e della solidarietà voluto da Giorgio Napolitano, all’epoca Ministro dell’Interno, con lo scopo di controllare la situazione cittadina sfruttando tutti i canali necessari.

Dalle municipalità emerge una situazione alquanto critica che, se non viene affrontata con efficacia e prontezza, può provocare solo un’intensificazione delle attività illecite della microcriminalità napoletana, che colpiscono in modo diretto i cittadini, desiderosi più di ogni altra cosa di vivere sicuri, almeno nelle proprie case.


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