[highlight]Torna alla ribalta la questione OGM[/highlight]
Sono arrivati: sono gli Organismi Geneticamente Modificati. Detta così questa frase potrebbe essere l’incipit di un’opera apocalittica su di una Terra invasa da esseri mutanti e in effetti, al solo pronunciare la parola OGM suole aprirsi il dibattito tra i fautori di una agricoltura basata sulla sperimentazione di questi organismi, il cui DNA è stato modificato in laboratorio per acuirne le caratteristiche di resistenza ad erbicidi o per rendere le piante stesse produttrici di insetticidi, e coloro che ne osteggiano la diffusione.
Stiamo parlando dell’ennesimo scontro tra vecchia e nuova mentalità, aperta ad un nuovo modo di concepire l’agricoltura, o c’è qualcosa di più?
Non si tratta di una disputa generazionale: tra i contestatori di questa forma di agricoltura ci sono anche giovani che negli ultimi anni guardano con speranza al settore agricolo come via d’uscita dalla disoccupazione e che propongono un’idea di agricoltura sostenibile e accessibile ai piccoli agricoltori, con l’intenzione di rivalutare l’imprenditoria agricola. Oltre ai rischi ambientali, connessi all’impossibilità di poter separare le colture OGM da quelle biologiche, che risulterebbero avvelenate dalle vicine immuni ai pesticidi, indirizzare l’economia sulla scelta di un’agricoltura pro-OGM sarebbe sì una via veloce per produrre una maggiore quantità di colture ma, allo stesso tempo contribuirebbe ad una standardizzazione delle pratiche agricole, impossibilitando i piccoli agricoltori ad intraprendere un’attività autonoma , poiché dipendenti da coloro che vendono fertilizzanti, pesticidi e sementi.
La questione OGM quindi, non è una semplice battaglia portata avanti dai soliti gruppi ambientalisti, ma nasconde in sé un valore etico ben più alto; io piccolo agricoltore biologico che provo a dar vita ai miei sogni con il mio appezzamento di terreno, sarò al sicuro dal più grande vicino OGM o dovrò averne paura? E’ vero che l’erba del vicino è sempre più verde, ma a quale prezzo? E soprattutto da che punto di vista stiamo guardando la situazione?