[highlight]Cresce sempre più il numero dei suicidi per la crisi economica[/highlight]
Ogni mattina, da qualche parte in Italia, un uomo si sveglia depresso. Beh, diciamo che si alza depresso, poiché per svegliarsi, avrebbe dovuto dormire. Per alcune persone poggiare la testa a un morbido cuscino, rilassarsi e immergersi nel mondo dei sogni è impossibile.
Il mutuo, le bollette, le spese sanitarie. La crisi economica che non ha risparmiato neanche lui, con il suo negozio, la sua piccola attività. L’estratto conto della banca che riporta sempre, in grassetto, un valore negativo. Il colloquio con il direttore della filiale che, senza guardarlo neanche in faccia, gli intima di rientrare al più presto, mentre lui era andato con la speranza di vedersi ampliare il fido, per respirare un po’. Il permesso tanto atteso dall’ufficio competente che non arriva mai, bloccato da norme incomprensibili. Il dipendente pubblico che si giustifica dicendo che non è colpa sua, è la procedura a essere complicata.
Intanto l’uomo aspetta, sperando di vedersi saldare qualche vecchia fattura insoluta. Ore al telefono cercando di parlare con i clienti, mentre sull’altra linea restano in attesa i fornitori, in un circolo senza fine.
Passano i giorni, e cresce l’ansia. La paura. Il terrore. La disperazione. I clienti diminuiscono, i costi aumentano, ci sono le tasse da pagare, gli interessi della banca, i dipendenti che reclamano lo stipendio, la bolletta sempre più salata.
Intanto il peso cala, i capelli si fanno sempre più bianchi, le rughe aumentano, la salute peggiora. A tutto questo, si aggiunge l’umiliazione. Tornare a casa e scorgere la pietà negli occhi della moglie, dei figli, degli amici più cari.
Non poter pagare l’assicurazione della macchina, accendere i riscaldamenti in inverno, comprare una fettina di carne in più, pagare la rata del finanziamento, l’abbonamento dei mezzi con i quali i figli vanno a scuola, le tasse universitarie, un regalino di Natale.
Il tempo non aiuta. Quell’uomo vorrebbe fermarlo, per poter pensare e, magari, agire. Trovare una soluzione, o almeno cercarne una. Ma quando non riesci nemmeno ad alzarti che tutto il peso del mondo ti grava addosso, le forze svaniscono e vieni travolto, schiacciato.
C’è chi non ce la fa. Pensionati, commercianti, imprenditori, artigiani, operai. C’è chi getta la spugna, ed abbandona la partita. Succede sempre più spesso. Qui. Nel nostro Paese. In Italia, dove il lavoro uccide.