[highlight]Oracle riesce nell’impresa di rimonta contro New Zealand e vince la 34ma America’s Cup[/highlight]
Il team Oracle (USA) si aggiudica la trentaquattresima America’s Cup, nella baia di San Fransisco, dopo una rimonta straordinaria, che ha dell’incredibile.
Infatti, il team guidato dallo skipper James Spithill e dal tattico Ben Ainslie è riuscito dove nessuno prima d’ora era mai arrivato: ha cioè saputo rimontare lo svantaggio di 8-1, riuscendo così nell’impresa di battere il team New Zealand.
Ai kiwi bastava vincere una regata per aggiudicarsi il più antico trofeo internazionale, ma nulla hanno potuto contro la straordinaria rabbia agonistica americana. Quasi un miracolo sportivo, quello di Oracle, reso ancora più arduo dai due punti di sanzione subiti per le modifiche considerate non legali agli AC45 (gli americani avevano inserito del piombo nelle prue dei catamarani delle World Series per renderli più veloci, che però non hanno frenato l’imbarcazione, che vincendo tutte le altre regate a disposizione ha dimostrato la propria superiorità.
Grazie alla bravura e alla furbizia di Ainslie e di Spithill (alla sua seconda vittoria all’America’s Cup), gli americani sono riusciti a sfruttare al massimo la velocità della barca, sempre più veloce di bolina e capace di sfruttare al meglio le regole di regata (vento massimo 21 nodi). Infatti, nell’unica giornata di poco vento la barca non era stata per niente competitiva, salvata dalla regola del tempo massimo (40 minuti a regata): con pochi minuti in più ci sarebbe potuto essere un altro risultato finale, con la vittoria dei neozelandesi, e un’altra storia. Ma così non è stato.
Hanno vinto gli americani con un finale da film; gioisce il proprietario Larry Ellison, terzo uomo più ricco al mondo, che alza la coppa pensando al monte spesa del team, oltre 200 milioni di dollari, dimostrando quanto contino i soldi in questo sport che porta al limite la ricerca ingegneristica e tecnologica e quanto facciano da spinta per i grandi talenti artefici di questo successo. Ai neozelandesi resta l’amaro in bocca per questa vittoria sfumata: avevano un netto vantaggio, frutto di un superbo lavoro di regata. Il loro trionfo sarebbe stato sensazionale contro i milioni di Oracle e forse più romantico, ma nello sport non basta solo questo aspetto
Se non riesci a chiudere la gara quando ne hai la possibilità e permetti la rimonta a un team così forte allora non ci sono scusanti.
Gli errori si pagano anche quando sei in vantaggio 8-1, ed è noto che l’America’s Cup non perdoni mai nulla.