[highlight]Prima le offese, poi le scuse: Roberto Calderoli prova a rimediare[/highlight]
Il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, ci ha regalato un’altra infelice boutade. Dal palco di Teviglio (BG), durante un comizio della Lega, ha dichiarato:
[quote]Quando vedo le immagini di Kyenge non posso non pensare alle sembianze di un orango[/quote]
L’insulto, connotato da cattivo gusto ancor prima che da razzismo, era rivolto a Cecile Kyenge, medico oculista di origine congolese e attuale titolare del dicastero dell’integrazione nel governo Letta
L’onorevole Calderoli ha così offeso la donna, la professionista, la persona e la figura istituzionale. Prevedibili, inevitabili e quasi scontate le polemiche che ne sono derivate. L’eco della dichiarazione è rimbalzata velocemente sui media e non sono tardate le reazioni, istituzionali e non.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è detto «colpito e indignato», mentre il presidente del consiglio, Enrico Letta, ha stigmatizzato le dichiarazioni come «inaccettabili».La diretta interessata, invece, ha manifestato preoccupazione soprattutto per l’immagine dell’ Italia che in tal modo si divulga, glissando sull’offesa personale.
Calderoli è stato bravo ha sintetizzare in una sola offesa l’attacco alla presunta non avvenenza di Cecile Kyenge e la matrice razzista, e, ancora una volta, a richiamare l’indignazione più che l’attenzione.
Anche se quest’ultima si è focalizzata sull’incipit, non è sfuggito il peso del seguito delle “onorevoli dichiarazioni”; l’ex ministro per le semplificazioni ha infatti rincarato la dose aggiungendo che:
[quote] Kyenge fa bene a fare il ministro, ma forse lo dovrebbe fare nel suo Paese. È anche lei a far sognare l’America a tanti clandestini che arrivano qui. [/quote]
Alle polemiche sono seguite le scuse. Il vicepresidente del Senato ha liquidato la bagarre dichiarando che la sua è stata «una battuta da comizio», come se durante un’esternazione pubblica fosse consentito di tutto pur di far presa sull’elettorato.
L’onorevole ha quindi telefonato al ministro per scusarsi e per dar vita a un primo chiarimento. Sembra che, comunque, gli sarà chiesto di rendere conto in aula delle sue esternazioni.
Cecile Kyenge si è fatta promotrice dello ius soli affinché sia riconosciuta la cittadinanza italiana ai bambini nati nel nostro Paese anche da genitori stranieri.
L’affermazione di un tale diritto rappresenterebbe un primo importante passo verso la realizzazione società del futuro, che si auspica sia cosmopolita e interrazziale.
Spaventa che, nel nostro Paese, da un rappresentante delle istituzioni parta un attacco che ha il sapore della barbarie.