[highlight]Un grande illusionista, e un popolo di creduloni, stanno segnando una stagione importante per il Paese.[/highlight]
L’ immensa produzione culturale di Eduardo de Filippo ha, tra l’altro, a mio modesto avviso, il merito di avere letto in anticipo fatti e situazioni con cui facciamo i conti nella quotidianità. Si pensi alla crisi della famiglia, al protagonismo di un certo tipo di donna, alla crisi di valori con un decadimento morale impressionante, alla corruzione figlia di un cero modo di fare la politica, alla crisi della giustizia, al disorentamento dell’essere umano rispetto all’arricchimento, ecc.
Soprattutto Eduardo è riuscito a delineare ritratti di personaggi già coevi a lui ma anche, in qualche caso, in anticipo sui tempi. Per certi versi Eduardo, che viveva e pensava alla politica come servizio, come dimostra il suo impegno a favore dei ragazzi di Nisida, ha dimostrato con la sua opera il concetto che si è formato di chi per mestiere fa il ciarlatano, vende sciocchezze per vivere. Anzi, come dimostra con il personaggio di Zi’ Nicola in “Le voci di dentro”, pensava che era inutile parlare ad un’umanità sorda.
Ebbene le vicende sociali e politiche dell’ultimo ventennio, nel nostro Paese, hanno portato sul proscenio, anche per il risalto dato dai media, personaggi che della parola ne hanno fatto un’icona, e su questa hanno costruito le proprie fortune e, credo, le nostre sfortune. Ma tant’è quello che ci siamo cercati con la nostra credulità, il nostro disinteresse per la vita pubblica, il nostro necessario arrovellarsi tra i problemi della quotidianità.
Nel 1948, dopo gli straordinari successi di Napoli Milionaria e Filumena Maturano, Eduardo scrisse una commedia in tre atti “La grande magia” che, credo, sia una rappresentazione straordinariamente efficace e, come accennato, in anticipo sui tempi. Anzi, oserei dire, di straordinaria attualità. La vicenda, come è noto, narra di un prestigiatore, un illusionista, che per sbarcare il lunario, accompagnato da altrettanti scalcinati complici, tiene degli spettacoli per intrattenere il pubblico all’interno di un albergo di una località termale.
Otto Marvuglia, questo è il nome del protagonista, è un imbroglione, un venditore di fumo e di illusioni. La commedia, di cui è protagonista Otto Marvuglia, non è tra quelle più rappresentate del grande maestro. Forse per l’amarezza che ne pervade l’intera vicenda o, forse, perché ricorda a noi tutti quanto siamo facili a credere a chi ci sa raccontare bene le cose, oppure semplicemente perché amiamo i personaggi che fanno della parola un’arte e questo non ci fa onore.
Il Paese dal 1994 ha assistito all’irrompere sul proscenio della politica del “fenomeno” Berlusconi, alla sua presenza massiva, complice anche l’utilizzo di mezzi di comunicazione di proprietà, alle sue mirabolanti promesse, alle sue illusioni. Oggi assistiamo al suo lento e inarrestabile declino, all’ “autunno del patriarca” delineato in maniera egregia dal grande Marquez nell’omonimo romanzo.
Nel frattempo è emerso, quasi irrompendo, sulla scena politica del Paese Matteo Renzi: una versione giovane e più irruente del vecchio leader della destra. Questo giovane signore ha rappresentato, sicuramente in prima istanza, un segnale di rinnovamento e di rottura con certi schemi lenti ed obsoleti della politica. Promesse mirabolanti hanno accompagnato la sua discesa in campo, come è noto ai più. L’aggressività messa in mostra, unitamente ad un certo piglio arrogante, hanno dimostrato quello che è nella sostanza il personaggio. La sua prorompente vitalità ha fatto il resto.
Le priorità che Renzi ha posto, dalla soppressione delle Province, all’abolizione del Senato come camera elettiva, alla riforma del sistema elettorale, hanno delineato un percorso di riforme non sempre condivisibile e, certamente, a mio avviso, non di primissima importanza.
La crisi del Paese è, soprattutto, economica con risvolti drammatici sul piano sociale.
La disoccupazione crescente, con punte dolenti riguardo quella giovanile, meritava e merita un’attenzione diversa da quella delineata con il jobs act che, pure, ha portato qualche novità. Ma il lavoro, come è noto, non si crea con un decreto, ma favorendo, con una doverosa e opportuna politica economica, il rilancio dei consumi, vero volano di sviluppo di un’economia malata come è quella italiana.
Ebbene Renzi, che pure aveva scelto, caso unico tra la compagine ministeriale, un economista esperto come Padoan, si è intestardito, con un’arroganza senza eguali, nel perseguire riforme sicuramente poco propositive a tal riguardo, invece di approfittare della competenza tecnica del suo ministro. La situazione del Paese è sotto gli occhi di tutti ed è figlia, anche, della crisi di credibilità della politica italiana nel suo complesso.
Il Paese è ripiegato su se stesso dal punto di vista economico.
Centinaia di aziende chiudono i battenti ogni giorno, impressionante è il numero di persone che perde il lavoro e tanti, purtroppo, quelli che si tolgono la vita a causa della mancanza di lavoro e di prospettive. E il nostro capo del governo cosa fa? Ci fa la lezioncina, alla lavagna o con le slides, mentre il Paese sprofonda, anche a causa di un debito pubblico che cresce inesorabilmente.
E allora mi è venuto in mente Otto Marvuglia, il ricordato protagonista di “La grande magia” che, mi pare, complici noi italiani con la nostra disattenzione, e il nostro scarso senso civico, un ritratto ante litteram del nostro premier.
Vedete cosa fa dire Eduardo a questo personaggio e ditemi se il Renzi non ricalca certi atteggiamenti del grande illusionista delineato.
Nel primo atto nel presentarsi al pubblico, presente in albergo, dice:
[quote] Signore e Signori, non sempre i miei spettacoli riescono interessanti. Già perché ho bisogno di una grande comprensione e fiducia da parte del pubblico. Per i giochi di illusione a base di trucchi, ci penso io, ma per esercitare il mio potere magico, nella suggestione e nella trasmissione del pensiero, ho bisogno di voi tutti. Io non posso suggestionarvi, se non vi lasciate suggestionare. Io non posso trasmettervi il mio pensiero se non siete pronti a riceverlo. Se mi seguite, abbandonandovi all’istinto, si avvereranno fenomeni di alto interesse scientifico…”[/quote]
Nel secondo atto, nelle prime scene, Otto Marvuglia usa (non visto) un interruttore che consente la moltiplicazione degli applausi fino a diventare una ovazione. Alla compagna Zaira che l’osserva incuriosito Otto Marvuglia candidamente risponde: “Sono o non sono un illusionista? Ho creato questo trucco e l’ho chiamato: la moltiplicazione degli applausi…” e Zaira dopo averlo guardato con disprezzo, ai tre compari:
[quote]Ma voi capite, vi rendete conto di fronte a quale incosciente ci troviamo, e per disgrazia mia mi trovo? Quello pensa a moltiplicare gli applausi, e non pensa che qui c’è una sottrazione di soldi continua. Oggi, per fare questo poco di spesa (mostra la verdura e gli altri pacchetti) ho dovuto pignorare l’ultimo orecchino che ci avevo, perché con i soldi che guadagnammo quattro giorni fa ho dovuto pagare i debiti”.[/quote]
E, infine, al povero Calogero Spelta (sua vittima sacrificale) disorientato e piangendo, che pensa di aver capito finalmente quello che gli è successo Otto Marvuglia dice :
[quote]Uno degli esperimenti che sto presentando al pubblico dell’albergo Io in possesso del terzo occhio, durante il mio spettacolo…Io in possesso del terzo occhio, non ho fatto altro che fermare nel tuo cervello una convenzione atavica irradiata e dare al tuo pensiero immagini mnemoniche, le quali, a loro volta, ti danno per cosa reale certe sensazioni che possono semplicemente definirsi fenomeni di pura coscienza atavica…[/quote]
La supercazzola del conte Mascetti! E qualcuno ha paragonato il Renzi allo straordinario personaggio impersonato dal grande Tognazzi in Amici miei,e non credo soltanto per la corregionalità.
Insomma siamo alla mercè di un grande illusionista che sta utilizzando il Paese senza risollevarlo dallo stato comatoso nel quale si trova.