[highlight]Le perplessità di Prandelli a un mese dal Mondiale e l’iniquità del famoso codice etico[/highlight]
Manca un mese esatto all’inizio dei Mondiali, precisamente il 12 giugno prossimo con la gara d’inaugurazione tra Brasile e Croazia, in programma a San Paolo alle 17.00 (ora locale). L’Italia di Cesare Prandelli debutterà il 14 giugno contro l’Inghilterra di Hodgosn. Il raduno a Coverciano è previsto per il 19 maggio.
In attesa dell’ultima giornata di campionato, il ct azzurro comincia già a maturare le sue idee finali circa i 23 da portare con sé in Brasile. Dalla lista dei 42 pre-convocati stilata l’11 aprile scorso, l’ex tecnico di Parma e Fiorentina domani diramerà la lista dei 30 da cui uscirà la rosa finale.
I dubbi del ct riguardano un po’ tutti i reparti, a partire dalla porta. Se la presenza di Buffon e Sirigu non è da mettere in discussione, altrettanto non si può dire per il terzo portiere, ruolo che attualmente è conteso da Mirante, Scuffet e Perin. Poche chance di rientrare nella lista dei 30 per il livornese Bardi.
In difesa, non ci saranno grandi esclusi: sono certi della convocazione i milanisti Abate e De Sciglio, oltre agli juventini Barzagli, Bonucci e Chiellini. Gli altri due posti sono contesi da Pasqual, Ranocchia e Astori.
A centrocampo le sicurezze sono: Pirlo, De Rossi, Marchisio, Thiago Motta, Florenzi e Candreva. Gli altri papabili sono Verratti, Poli, Parolo, Aquilani e Romulo, oltre all’ex pupillo di Prandelli, Riccardo Montolivo, la cui pessima stagione in rossonero potrebbe clamorosamente compromettere la partecipazione al Mondiale.
Infine l’attacco: Balotelli è il punto fermo da cui partire. Accanto a lui, la coppia-gol del Torino non sembra rischiare: le 35 reti in due messe a segno con la maglia granata, rendono più che certa la presenza di Alessio Cerci e Ciro Immobile a Brasile 2014. Dietro di loro è bagarre di talenti: Rossi e Gilardino sono i favoriti a completare il parco attaccanti. Ma attenti a Cassano, rientrato prepotentemente nei progetti di Prandelli grazie alla stupenda stagione disputata a Parma, e al napoletano Insigne. Molte possibilità anche per il romanista Destro. Chance pari a zero, invece, per El Shaarawy e Osvaldo. Al Faraone rossonero non basterà sicuramente l’ottimo secondo tempo disputato ieri a Bergamo per compensare un’annata trascorsa in infermeria; analogamente, per il centravanti juventino non farà miracoli il gol decisivo segnato all’ultimo minuto di Roma-Juventus.
Alla luce di queste considerazioni, quindi, la lista dei 30 pre-convocati dovrebbe configurarsi così:
Portieri: Buffon, Perin, Scuffet, Sirigu
Difensori: Abate, Astori, Barzagli, Bonucci, Chiellini, De Sciglio, De Silvestri, Pasqual, Ranocchia.
Centrocampisti: Aquilani, Candreva, De Rossi, Florenzi, Montolivo, Marchisio, Pirlo, Thiago Motta, Verratti.
Attaccanti: Balotelli, Cassano, Cerci, Destro, Gilardino, Immobile, Insigne, Rossi.
E il codice etico…?
L’era Prandelli in Nazionale, a prescindere dai risultati, sarà segnata senza ombra di dubbio da un’innovazione assoluta per il nostro calcio: il codice etico. In base ad esso, il ct azzurro durante la sua gestione ha spesso escluso giocatori solitamente convocati, ma rei di aver commesso qualche gesto poco sportivo con il proprio club prima di una partita della Nazionale. Ebbene, questo punto cardine della politica prandelliana sembra smantellarsi improvvisamente in prossimità di una competizione ufficiale. Chi ha seguito l’ultima giornata di Serie A avrà notato sicuramente la simulazione di Immobile in Torino-Parma e la gomitata di Chiellini a Pjanic in Roma-Juve. Il primo è stato punito con l’espulsione per doppio giallo; per lo juventino non c’è stata alcuna sanzione.
In altri tempi, forse, questi due episodi avrebbero convinto Prandelli a non convocare entrambi i giocatori. Cosa non accaduta in vista delle pre-convocazioni Mondiali. A questo punto, i dubbi sorgono spontanei: quanto può essere efficace il codice etico se applicato in maniera così iniqua? Visto che il suo scopo ultimo è correggere i comportamenti dei giocatori, è davvero utile farlo rispettare solo in occasione di amichevoli e partite di qualificazione e perdonare in vista di Mondiali e Europei? Le lingue più maligne, inoltre, hanno aggiunto un altro motivo all’iniquità della regola interna partorita da Prandelli: le variazioni del codice etico dipendono dai giocatori coinvolti negli episodi. Appena qualche settimana fa, ad esempio, sono caduti nella trappola etica i romanista De Rossi e Destro: il primo per un colpo dato all’interista Icardi (molto simile a quello rifilato ieri da Chiellini a Pjanic); il secondo per il goffo e scorretto episodio di Cagliari contro Astori. Entrambi, oltre ad essere puniti dal giudice sportivo pesantemente (per Chiellini forse non ci sarà neanche la prova tv perché l’arbitro ha fischiato il fallo – ma questo è un altro discorso), sono stati anche esclusi da Prandelli per gli ultimi impegni della Nazionale. Discorso analogo per Ciro Immobile, dato che la simulazione è da considerare a tutti gli effetti un gesto anti-sportivo. Se le cose continueranno in questo modo, quindi, il codice etico prandelliano da idea sacrosanta rischia di trasformarsi in autentica farsa.