La morte di Dario Fo, un artista a tutto tondo

La morte di Dario Fo, avvenuta ieri all’età di 90 anni, priva il Paese di una voce e un talento di primo piano.
Dario Fo, artista a tutto tondo, ha rappresentato un tipo di espressione artistica particolare, figlio di un talento multidisciplinare.

Fo era, anzitutto, un mattatore della scena. Era capace di recitare da solo, magari con il suo speciale grammelot, anche senza uno straccio di scenografia, alternando, con eccezionale disinvoltura, le parti in commedia. Passava dal tragico al drammatico, dal comico alla satira, con un senso del tempo eccezionale.
Accompagnava sempre la sua recitazione con una gestualità, che era anch’essa figlia di un talento unico.

Ha scritto tanto per il teatro, con una capacità di arrivare al cuore del problema con disinvoltura. Tra i suoi lavori primeggia, certamente, Mistero Buffo, che forse è il suo capolavoro, ma ha scritto quasi un centinaio di testi, sempre sollecitando la giusta attenzione e, al contempo, la critica.

La sua dissacrante satira, in più di un’occasione, gli ha procurato problemi, in alcuni casi di ordine giudiziario. Per il suo essere sempre dissacrante ed irriverente, in qualche caso, fu “cacciato” dalla Rai, in un periodo in cui il conformismo dilagante la faceva da padrone, sia in televisione, la TV di quegli anni, che nel Paese.

Il suo essere protagonista lo portò ad assumere sempre delle posizioni politiche che, in qualche caso, furono occasioni di divisioni e polemiche accese. Negli ultimi tempi, dopo il successo del movimento dei 5 Stelle, aveva data la sua adesione affiancandolo in alcune manifestazioni. In ogni caso, Fo è stato, dal punto di vista del suo impegno politico, sempre uno fuori dal coro.

Nella tradizione teatrale del nostro Paese, lui era un vero discendente della commedia dell’arte e, spesso, veniva etichettato come “giullare”. E, forse, per il suo modo di raccontare lo era davvero.
La sua genialità lo portò ad esprimersi anche nella pittura, sua altra grande passione.
Fu anche regista di molti suoi spettacoli. Fo, premiato nel 1997 con il Nobel per la letteratura, fu un ottimo drammaturgo, malgrado il pensiero critico di molti intellettuali. La sua satira, sempre irriverente, quasi al vetriolo, si è sempre presa beffa del potere. E, forse, per questo fu sempre più amato all’estero che nel nostro Paese.

Forse, nella motivazione che venne espressa dal comitato per l’assegnazione del Nobel nel 1997, c’è il valore del grande artista “…Seguendo la tradizione dei giullari medievali dileggia il potere restituendo dignità agli oppressi”.
E credo che, al di sopra di tutte le polemiche, le strumentalizzazioni a cui è stato sottoposto il suo lavoro, Fo è stato un artista che si è sempre preso gioco del potere costituito ed è, questa, la cifra vera del suo immenso talento.

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