Le recenti vicende che hanno segnato la vita economica del Paese, con la crisi di alcune banche, e i risvolti negativi che hanno interessato qualche migliaia di risparmiatori, pongono all’attenzione dell’intera comunità un problema di credibilità dell’intero sistema bancario.
La vicenda richiamata ha messo in risalto, tra l’altro, la necessità di regolamentare meglio le attività di controllo. E’ necessario, anche, che i comportamenti delle banche, e degli stessi operatori, siano sottoposti a punizioni più serie e severe. La situazione che si è concretizzata nelle banche citate ha messo in evidenza, tra l’altro, la superficialità con cui il management ha elargito il credito e, dall’altra parte, il dolo che si è messo in campo nella vendita di prodotti, certamente, poco affidabili.
Su tutta la vicenda ha pesato la poco accorta attività di vigilanza della stessa Banca d’Italia e della Consob. E’ vero, altresì, che un poco di presunzione da parte di alcuni risparmiatori, figlia delle vacche grasse della Borsa, ha innescato un meccanismo perverso tale da indurre molti a ritenersi esperti di finanza. Invece se una cosa importante ha messo in evidenza tutta la vicenda è la scarsa preparazione finanziaria di buona parte dei risparmiatori del nostro Paese. Pare, come viene fuori da recenti indagini, che è un problema molto diffuso e non solo nel nostro Paese.
Il problema della scarsa preparazione finanziaria, di ampi strati della popolazione italiana, ha un suo peso nel rapporto tra imprese creditizie e risparmiatori. E’ un problema di educazione che viene messo in evidenza da ricerche, anche recenti, di una economista italiana, Annamaria Lusardi.
Per ovviare al problema è necessaria una maggiore informazione sui meccanismi che regolano ciascun prodotto, ed è bene capire prima di accettare qualunque proposta, soprattutto se garantisce elevati rendimenti, a fronte di pochi rischi. Sicuramente è importante capire, ad esempio, che comprare sul mercato azionario, quote di capitale di un’azienda, è più rischioso e pericoloso di investire in un fondo.
E’opportuna e necessaria, quindi, una maggiore conoscenza, una maggiore preparazione, una maggiore umiltà in tutti quelli che, nel risparmiare, vogliono avventurarsi verso prodotti complessi e più rischiosi. Non sarebbe sbagliato che, in un futuro assetto dei programmi scolastici, così come avveniva fino a qualche anno fa per l’educazione civica, si introducesse un percorso di educazione finanziaria, onde rendere edotti, gli studenti e futuri risparmiatori, sui mercati finanziari e i suoi prodotti.