[highlight]Avete mai sentito parlare dei cosiddetti Shopping Club? Se la risposta è no, converrebbe documentarsi al riguardo.[/highlight]
Tempo di crisi, tempo di ristrettezze economiche un po’ per tutti: privati si, ma anche aziende di piccole e grandi dimensioni.
È così, anche a causa della recessione che costringe le aziende ad inventare nuovi metodi di efficienza economica senza poter disporre di liquidità, il cambio merce pubblicitario è andato via via acquisendo sempre maggiore rilevanza, svolgendo oggi un ruolo estremamente significativo nelle strategie di marketing ed anche in quelle di distribuzione per ogni tipo di azienda, dalle piccole società familiari alle grandi multinazionali.
Il cambio merce viene definito anche “baratto pubblicitario”: il baratto consiste infatti nello scambio di beni e servizi senza utilizzare denaro contante. È una delle più antiche forme di transazione commerciale esistenti e che, nel corso dei secoli, è andata evolvendosi in forme sempre più complesse, continuando a svolgere un ruolo non indifferente nel commercio anche in momenti in cui la liquidità era maggiore.
Oggi il “baratto pubblicitario” è ormai parte integrante del processo di pianificazione pubblicitaria, utilizzato da oltre 450.000 imprese e l’elenco dei prodotti che possono essere scambiati è quasi illimitato:
• viaggi, vacanze e tempo libero: hotel/resort, compagnie aeree, compagnie di crociera, noleggio auto alle consumazioni nei ristoranti, eventi teatrali/animazione/sportivi
• incentivi di ogni tipo per dipendenti e clienti,beni da usarsi nei concorsi a premi e nelle fidelizzazioni
• elettronica, apparecchiature informatiche, attrezzature tecniche di trasmissione e stampa, apparecchiature e forniture per uffici
• beni al dettaglio, prodotti alimentari, vini, liquori
• spedizioni e consegne, imballaggi
• prodotti per la cura della persona e del corpo e abbonamenti a palestre e spa
• abbigliamento, accessori e gioielli
• i mezzi pubblicitari
Praticamente ogni azienda può usufruire dei benefici del mercato pubblicitario pagando in beni e servizi. In particolare prodotti o servizi altamente deperibili, prodotti inutilizzati e scorte in eccesso, in cambio di pubblicità mediatica, con esposizione o donazione di questi beni e/o servizi ai propri clienti, con marchi in evidenza.
Da evidenziare infatti che non solo i beni ricevuti dai media in pagamento e poi rivenduti attraverso gli shopping club sono oggetto di cambio merce pubblicitario. I media potrebbero ricevere beni e servizi di diretto consumo (che altrimenti acquisterebbero altrove a prezzi maggiori) o da usarsi per gli oramai infiniti quiz e concorsi a premi; così come un ristoratore potrebbe mettere a disposizione gratuita la sua struttura in occasione di un evento per farsi conoscere da nuovi potenziali avventori appartenenti ad un target di suo specifico interesse e alcuni stilisti “vestono” star e celebrità gratuitamente in occasione di eventi mondani con grande visibilità.
Quella dei cambi merce è na pratica vantaggiosa per entrambe le parti – chi offre il prodotto e chi lo pubblicizza – che innesca processi innovativi ma trasparenti, aiutando le aziende ad incrementare i propri budget e ad estendere la distribuzione del proprio marchio su nuovi canali. Magari canali e target inesplorati e che possono riservare interessanti sorprese così come la conferma che determinati mercati non sono interessanti per la specifica azienda od il prodotto specifico.