[highlight]La nota rivista organizza un grande convegno per discutere della libertà di scelta sul fine vita[/highlight]
A Firenze, il prossimo 5 giugno alle ore 17.45 MicroMega presenta un evento, realizzato in collaborazione con l’Associazione Luca Coscioni, su un tema delicato come l’eutanasia.
Eutanasia, una scelta di libertà
Durante l’incontro interverranno Eduard Verhagen, pediatra, autore del Protocollo per l’eutanasia neonatale, Paolo Flores d’Arcais direttore di MicroMega, la compagna di Mario Monicelli, Chiara Rapaccini e il figlio di Carlo Lizzani, Francesco Lizzani per testimoniare la scelta di due grandi esponenti del cinema italiano che ci hanno lasciato in modo tragico, togliendosi la vita, proprio perché in Italia non è consentito scegliere di morire in serenità.
[quote]Per alcuni pazienti e/o genitori l’eutanasia neonatale potrebbe essere preferibile alla sospensione della nutrizione e dell’idratazione, specialmente nelle situazioni, seppur rare, in cui ogni ora e ogni giorno di vita impongono un peso intollerabile al neonato e ai genitori. L’esito in tali casi è chiaro: il bambino morirà presto; se i genitori desiderano abbreviare quel processo e predisporre la morte del proprio figlio nel modo in cui meglio ritengono, l’eutanasia non dovrebbe essere a loro disposizione?[/quote]
Eutanasia neonatale
Così il pediatra olandese Eduard Verhagen, in un articolo pubblicato su MicroMega nel settembre del 2013, spiegava perché l’eutanasia neonatale non può essere un tabù e deve essere uno strumento a disposizione dei medici e dei genitori di bambini nati con malformazioni talmente gravi da essere incompatibili con una vita dignitosa. Per questo motivo, già nel 2005, il professor Verhagen e i suoi colleghi dell’ospedale di Groningen, in Olanda, hanno messo a punto il primo Protocollo al mondo per l’eutanasia neonatale.
Inoltre sarà presente Carlo Troilo, il fratello di Michele che, gravemente malato, si è tolto la vita. Carlo Troilo, in occasione del recente anniversario della morte del fratello ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale ha risposto sollecitando le Camere a discutere del tema.
Infine sarà presente a Firenze anche Mina Welby, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, che dal 2006 porta avanti la lotta per la libertà di morire con dignità iniziata dal marito Piergiorgio e che è la prima firmataria di un proposta di legge di iniziativa popolare su testamento biologico ed eutanasia.
I relatori dell’evento hanno inviato una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, invitando a portare in parlamento il tema dell’eutanasia.
Lettera a Matteo Renzi
Stimato Presidente,
ora che le elezioni europee sono passate ed hanno premiato la Sua linea di rinnovamento, Le scriviamo per richiamare la Sua attenzione su un tema – la legalizzazione della eutanasia – su cui una larga maggioranza degli italiani esprime da tempo il suo consenso. Giovedì 5 giugno parteciperemo a Firenze – la sua città – a un convegno su questo tema, organizzato dalla rivista MicroMega e che avrà come relatore Eduard Verhagen, direttore del dipartimento di pediatria dell’università di Groningen e uno dei “padri” della legislazione olandese e belga in tema di eutanasia.
La mancata soluzione del problema della “morte dignitosa” ha queste conseguenze, da noi pubblicamente denunciate e da nessuno smentite: ogni anno, in Italia, mille e più malati si suicidano e più di mille tentano invano di farlo; ed ogni anno 30.000 malati terminali muoiono nei reparti di rianimazione con l’aiuto attivo di medici pietosi e coraggiosi, costretti a praticare l’eutanasia clandestina dalle norme di un codice penale che risale al 1930 e non a caso segue solo di un anno il Concordato fra il regime fascista e il Vaticano.
Chi, come noi, ha vissuto il dramma incancellabile della fine dolorosa o del suicidio di una persona cara cui era stata negata la possibilità di una “morte degna” avverte con angoscia l’indifferenza della classe politica dinanzi ad una realtà così drammatica.
Abbiamo tentato, con una serie di iniziative pubbliche, di richiamare il Parlamento a quello che è un suo dovere, imposto dalla Costituzione: discutere delle proposte di legge di iniziativa popolare come quella presentata dalla Associazione Luca Coscioni con 70 mila firme di cittadini/elettori.
Abbiamo avuto, per questa nostra richiesta, il sostegno pubblico ed appassionato del Presidente della Repubblica, cui sono seguiti gli impegni del Presidente della Camera e di molti altri autorevoli esponenti dei due rami del Parlamento. Eppure, a quasi 300 giorni dal deposito della legge e a 70 giorni dal messaggio del Capo dello Stato nulla si muove.
Per questo ci rivolgiamo ora a Lei ed al Suo governo. Non permetta che l’Italia, che assumerà a breve la presidenza di turno della Comunità Europea, sia additata come il paese più arretrato sul piano dei diritti civili. In particolare, per quanto riguarda l’eutanasia, solleciti il Parlamento a compiere il proprio dovere ed a frenare con leggi coraggiose quella che non esitiamo a definire una “strage degli innocenti”.
Siamo certi che la sua fede religiosa non sarà d’ostacolo, poiché le tradizioni del cattolicesimo laico cui Ella ha più volte fatto riferimento Le consentiranno di agire su questo terreno guardando innanzitutto alla volontà dei cittadini e non lasciandosi condizionare dai veti dei cattolici oltranzisti.
Con viva cordialità e certi della sua attenzione