[highlight]L’Ucraina dice no all’Unione Europea e firma un accordo con la Russia[/highlight]
In seguito al dietrofront rispetto all’Accordo di associazione con l’Unione Europea, che avrebbe permesso la nascita di una zona di libero scambio (leggi qui per saperne di più), Viktor Yanukovich, presidente dell’Ucraina, si è procacciato da Vladimir Putin, presidente della Russia, una diminuzione del prezzo del gas data da Gazprom.
Nonostante le innumerevoli proteste da parte dei cittadini ucraini, che hanno acceso le strade di Kiev e di molte altre città nelle settimane passate (clicca qui per capire il perché), lo Stato ha ritenuto più conveniente il patto con la Russia di Putin.
Grazie a questo consistente sconto sul gas, l’Ucraina ha troncato tutte le acquisizioni di metano dall’Europa. È proprio l’agenzia Unian a esporre questa decisione, per la quale da gennaio 2014 non avverranno più importazioni mediante la Polonia e l’Ungheria.
Per quanto riguarda i dati forniti da operatori dei due Paesi dell’Est Europa, è stato certificato che l’Ucraina ha importato nell’anno 2013 circa 1.127 miliardi di metri cubi di gas dall’Ungheria e 850 milioni di metri cubi dalla Polonia. Tali volumi sono alternativi agli approvvigionamenti dalla Russia. Adesso Kiev, la capitale dell’Ucraina, paga 268,5 dollari a 1.000 metri cubi, ma secondo il patto tra Gazprom e l’ucraina Naftogaz dopo ogni trimestre si dovrà stipulare un accordo aggiuntivo, quindi mettere un’altra firma, con prezzo specifico. Nel momento in cui tale firma non verrà posta lo sconto decadrà in automatico.
Da ciò si può dedurre che è giunta alla fine la politica di diversificazione avviata a Kiev nel 2013, quando i negoziati con la Russia erano un lontano presagio e la firma dell’Accordo di associazione con l’Unione Europea sembrava invece alle porte.