[highlight]Nel nostro Paese ci sono circa 40mila decessi l’anno per morte improvvisa. Per salvare le vite, a volte basterebbe un defibrillatore[/highlight]
È passato un anno e mezzo dalla morte in campo di Piermario Morosini, il calciatore del Livorno che si accasciò improvvisamente durante l’incontro della sua squadra a Pescara. Solo poche settimane prima, quasi allo stesso modo perse la vita Vigor Bovolenta, storico centrale della nazionale italiana di pallavolo.
Come loro, nel nostro Paese ci sono circa altri 40mila decessi dovuti alle cosiddette “morti improvvise”, cioè a problemi cardiaci che si presentano per la prima volta in persone apparentemente sane.
Se ne è parlato nel corso del convegno “La giornata del cuore”, organizzato a Torre del Greco dall’associazione Pragma in collaborazione con Ami Italia, Fondazione Bartolo Longo III millennio e Givova.
Nel suo intervento, il dottor Giuseppe Satriano ha sottolineato come in molti di questi casi basterebbe un defibrillatore a salvare le vite, con soccorsi tempestivi e adeguati, perché è importante intervenire nell’arco di 3-5 minuti.
Non solo morti celebri, ovviamente. Anzi: Sergio Amitrano della fondazione Bartolo Longo III millennio ha voluto dedicare la manifestazione a
[quote]Domenico e Gabriele, due giovani di Pompei morti improvvisamente senza che nessuno riuscisse a fare nulla. Domenico aveva 22 anni ed è stato colto da malore in casa, mentre Gabriele a soli 15 anni ha perso la vita mentre giocava a calcio in un campetto dove non c’era nemmeno un adulto. Il fatto è accaduto a marzo e da allora il campo è sotto sequestro.[/quote]
Sarebbe importante utilizzare defibrillatori in occasione di manifestazioni sportive, anche dilettantistiche (come peraltro previsto da un decreto legge emanato dall’ex ministro Balduzzi). Ne è convinto Augusto D’Aniello, medico sportivo della Nocerina calcio:
[quote]Il caso Morosini ha scosso la coscienza di molti, perché le immagini della tragica morte del giocare del Livorno hanno fatto il giro dei telegiornali e sono state viste da milioni di persone. Molti hanno puntato l’attenzione sull’ambulanza bloccata ma quello che invece mi ha colpito quel giorno è stata l’impreparazione di chi avrebbe dovuto praticare i primi interventi sullo sfortunato ragazzo[/quote]
Gli fa eco l’allenatore dell’Arzano volley, Antonio Piscopo:
[quote]Come nel calcio c’è stato Morosini, nella pallavolo c’è stata la morte di Vigor Bovolenta. Anche in quel caso non c’era un defibrillatore. Giusto lo spirito del decreto Balduzzi, che impone la presenza di defibrillatori durante manifestazioni sportive e allenamenti, ma spesso le società devono fare i conti con problemi economici. Ad Arzano, ad esempio, abbiamo sfruttato il sostegno di uno sponsor per dotarci del defibrillatore. Collaboro con diverse scuole e agli istituti impongo di promuovere collette per acquistare questo macchinario[/quote]